Sanità calabrese: «La Corte costituzionale ci dà ragione sul problema del commissariamento»
Bevacqua (Pd): «La Calabria non può essere esclusa a priori dalla legittimità di presentare un Piano e deve essere messa nelle condizioni di poterlo fare. Il Governo nazionale intervenga»
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CALABRIA - «Avevamo espresso a suo tempo le nostre ripetute perplessità sulla perpetuazione del commissariamento della sanità imposto dal Decreto Calabria bis: oggi, la Corte Costituzionale ci dà sostanzialmente ragione. La Regione non può essere esclusa a priori dalla legittimità di presentare un Piano e deve essere messa nelle condizioni di poterlo fare: è questo il punto centrale che ho sempre ribadito nei miei interventi in Consiglio, sottolineando come l'Assemblea Legislativa aveva ed ha quella potestà programmatoria che non le può essere sottratta».
È quanto dichiara il capogruppo PD in Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua, che aggiunge: «Il problema, avevamo scritto e detto in tutte le sedi, non era la mera sostituzione di un commissario con un altro: la questione, come mette nero su bianco ora la Corte, è il commissariamento in quanto tale. Soprattutto se, com'è sempre avvenuto, ci si limita a un avvicendamento di soggetti senza provvedere a dotare i medesimi delle risorse umane e strumentali per porre davvero mano alla questione».
«Lo Stato non può pensare di risolvere le cose con un tratto di penna e il cambiamento di un nome: è suo compito porre in essere le condizioni per l'attuazione effettiva del piano di rientro e l'uscita dal commissariamento. Senza uomini e senza mezzi anche il generale migliore soccombe in battaglia. E, quella per il diritto alla salute, è una battaglia che i calabresi combattono quotidianamente sulla pelle propria e dei propri cari».
«Spero davvero che, dopo questa pronuncia della Consulta, il Governo nazionale prenda atto della realtà dei fatti e intervenga così come le condizioni presenti richiedono. Perché la Calabria vuole essere parte integrante di questo Paese e i calabresi hanno diritto agli stessi diritti di tutti i connazionali".
(fonte foto facebook)