«Ci indigniamo per il nulla e sottaciamo a violenze e stupri al territorio»
Continua la visuale arrendevole di un popolo che non trova le forze per sovvertire lo status quo, ma che si ribella all'effimero
CORIGLIANO-ROSSANO - Lascia basiti il modo in cui il popolo jonico affronta le vivissitudini che, ormai a cadenza quotidiana, lo vedono lentamente soccombere sotto la scure dei centralismi. Atti vessatori e pubblico ludibrio somministrato ad arte, agiscono ormai da farmaco palliativo, forse a lenire le pene per un male che, ai più, appare incurabile. A scriverlo e sostenerlo è Domenico Mazza, Cofondatore Comitato per la Provincia della Magna Graecia.
«Non si leva indignazione alcuna se un settore sanitario viene mercificato. Non si prova ribrezzo a leggere vacue proposte, prive della benché minima idea e clone malriusciuto di una geografia cancellata dai fatti e dalla storia. Non si prendono posizioni su tematiche che potrebbero, davvero, risollevare le sorti di un intero territorio, ed alludo ad opere del calibro della Sila-Mare, Sibari-Sila, la Jonica, la Bretella di Thurio, la Via del Mare, la Diagonale della Sila. Non si esprime risentimento se un ambulatorio di Neonatologia viene soppresso per carenza di personale e magari è l'unico di riferimento ad un intero ambito. Non si giudica deplorevole che l'unico treno veloce in partenza dallo Jonio, venga lentamente trasformato in un espresso poiché, di colpo, si decide di concedere fermate a distanza di 10 minuti l'una dall'altra».
Mazza continua: «Ormai si rimane impassibili, immobili, imbambolati, a meno che non si consideri il ludibrio di qualche social network che agisce più da sfogatoio che da strumento di comunicazione di massa. Di contro si trova il tempo per parlare di cani randagi, buche sulle strade, erba alta, orto del vicino, ecc. Certo con questo non voglio asserire che siano problemi di poco conto, ma non di certo la visione più ampia».
Infine, conclude: «Non abbiamo molto tempo! Le nuove generazioni, raggiunta la maggiore età, abbandonano il nostro Territorio prestando le loro menti alla valorizzazione di altre realtà. Sarà necessaria una rivoluzione culturale che dovrà partire dal mondo della scuola con i fondamenti dell'educazione civica come base di un nuovo civismo, volano alla formazione politica di nuove classi dirigenti che forniscano l'esempio al popolo. Contrariamente saremo destinati all'oblio ed al dimenticatoio, schiacciati dalla storia sotto i resti delle nostre macerie».