Corigliano-Rossano, Bruno del “Movimento per la Vita”: «Servono più defibrillatori»
A 20 anni dalla legge, l’associazione ringrazia il senatore Monteleone per aver contribuito a «salvaguardare e promuovere la vita in tutte le sue sfumature»
CORIGLIANO-ROSSANO – «La necessità che nei luoghi di lavoro e in quelli ad alta frequentazione, come scuole o strutture sportive, venga garantita la presenza di un defibrillatore è legata, purtroppo, alle statistiche. Un intervento tempestivo può ridurre del 30% il numero dei decessi causati da arresto cardiaco (più di 60 mila l'anno). Il problema, anche a Corigliano-Rossano, è che se malauguratamente ci si dovesse imbattere in una persona colpita da arresto cardiaco, non si saprebbe dove reperire il dispositivo o come farlo funzionare.»
È quanto denuncia il presidente del Movimento per la Vita locale Natale Bruno sottolineando, in occasione dell’anniversario della Legge Monteleone che quest’anno compie 20 anni, l’esigenza di promuovere una maggiore sensibilizzazione sul tema.
«Vogliamo, inoltre, ribadire l’apprezzamento – aggiunge Bruno – per il contributo e l’impronta che il senatore calabrese Antonino Monteleone, primo firmatario di quella legge, tra i presidenti onorari del Movimento Pro-Life di Corigliano-Rossano e tra i primissimi politici cofondatori del Movimento per la Vita Italiano, ha saputo dare ad un tema così importante».
«Si tratta di una Legge – conclude il Presidente Bruno – che bene si sposa con il percorso che il sodalizio ha fatto proprio: salvaguardare e promuovere la vita in tutte le sue sfumature; obiettivo che in alcuni casi può richiedere sia strumenti che competenze sulle quali investire».
Secondo la legge n. 120 del 3 Aprile 2001 (Legge Monteleone), in caso di emergenza, ogni cittadino con un'adeguata formazione di rianimazione cardiopolmonare può prestare soccorso utilizzando questo tipo di apparecchiature senza commettere reato o compiere un abuso della professione medica.