Campana inaugura il giubileo per gli 800 anni dalla morte del patrono San Domenico
Il Parroco: «Il grano ammassato marcisce, seminato, invece, porta molto frutto. Oggi più che mai c’è bisogno di diffondere la Luce di Dio»
CAMPANA – Oggi, con la messa solenne delle 10,30 i fedeli di Campana, assieme a tutto l’ordine dei Domenicani, hanno dato il via alle celebrazioni per l’ottavo centenario de “Dies Natalis” del Santo Padre San Domenico (1221- 2021). Ottocento anni di storia, fede e cristianità.
Nel piccolo paesino dell’entroterra calabrese, che conta meno di duemila anime, ma ben quattro chiese e un santuario, la Fede si arrocca saldamente e diviene colonna portante di valori e tradizioni.
Il tema della celebrazione del giubileo è “A tavola con San Domenico”, che si ispira alla tavola della Mascarella, tavola, risalente al 1240 circa, su cui è stato dipinto il primo ritratto di San Domenico poco dopo la sua canonizzazione.
«Abbiamo celebrato San Domenico non come “un santo su un piedistallo” – ha affermato Don Francesco Bomentre citando i frati domenicani - ma un “santo che gode a tavola della comunione con i suoi fratelli”, riuniti dalla stessa vocazione per predicare la Parola di Dio e condividere il cibo e le bevande dono di Dio».
La messa si è svolta proprio nella chiesa intitolata al Santo, non semplice luogo sacro, ma «cuore pulsante, che ha retto la nostra comunità soprattutto nel periodo più buio del lockdown» ha aggiunto Don Francesco.
La Celebrazione è stata animata con l'ingresso solenne della Sacra Effige del Patrono accompagnato da un nuovo inno composto appositamente per l'occasione. «Il grano ammassato marcisce, seminato, invece, porta molto frutto» è stata una delle frasi dell’inno citata dal parroco durante l’omelia.
È stata, inoltre, accesa una lampada che arderà per tutto l’anno come segno di “atto di affidamento” della comunità che chiede la Celeste protezione del Santo.
La messa solenne è stata trasmessa anche in diretta sulla pagina facebook della parrocchia “Santa Maria Assunta in Cielo” per permettere alle persone distanti di co-partecipare alla celebrazione. «Un modo per usare al meglio la tecnologia e stare vicini, anche solo virtualmente a tutti i campanesi che vivono fuori, ma anche a quelli che pur vivendo a Campana non hanno potuto partecipare dal vivo alla messa» ha concluso il parroco.
Ulteriore segno che la pandemia può modificare le modalità di stare insieme, ma non frena il desiderio di comunione fraterna.