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San Paolo del Brasile festeggia l'Achiropita: 250mila persone per un grande evento identitario

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SAN PAOLO DEL BRASILE – Ci piace immagina che cento anni fa, una famiglia di emigrati rossanesi, sbarcati in Brasile a trovare fortuna, nella loro valigia avessero con loro un pezzo di pane, qualche conserva, un po’ di stracci e un piccolo santino della Vergine Achiropita. Era il tutto della loro casa natia che viaggiava con loro fino al nuovo mondo. E che proprio da quella immaginetta della Vergine, da quei pochissimi effetti personali, sia nato il culto oltre oceano verso la Madonna dipinta non da mano d’uomo. La storia narra che fu un tale Giovanni Falcone, originario di Rossano, ad erigere per la prima volta un altare in casa sua per venerare la Santissima madre protettrice del capoluogo bizantino e della sua Arcidiocesi.

In 97 lunghi anni, senza mai interrompersi, quella fede è diventata festa, una delle feste più importanti e solenni che oggi si celebra a San Paolo del Brasile, dove si porta in spalla il simulacro dell’Achiropita e tutto intorno è profumo di tradizione. Quella del freddo ferragosto brasiliano è diventata una celebrazione identitaria; contraltare di quella – più antica e originale – che si celebra a piedi di quella colonna che porta impressa l’Odigitria dell’Ottavo secolo: una festa che col tempo si sta snaturando, diventando una anonima celebrazione pagana di mezza estate.

Intanto ieri sera, nel quartiere Bixiga, a San Paolo, dove sorge la basilica dell’Achiropita si è tenuta la prima delle due notti di fede e tradizione, la prossima sarà domani, dedicata proprio alla madonna rossanese. Due giorni clou inseriti in un intero mese di festeggiamenti che quest’anno hanno avuto inizio lo scorso 5 agosto e che si concluderanno il prossimo 3 settembre.

Siamo riusciti a rivivere quei momenti di gioia nella comunità calabrese (e rossanese) a San Paolo grazie ad alcuni scatti che hanno inviato alla redazione dell’Eco dello Jonio, Antonio Filareto e Francesco Sapia. Tutto nel barrio Bixiga parla dell’Achiropita: dalla chiesa alle strade, dai negozi al cibo. È una evocazione perenne e costante, la memoria e il ricordo della terra natia che non vuole morire.

A San Paolo, ieri sera, per l’Achiropita “brasiliana” e per la sua festa che si celebra attorno a Lei c’erano circa 250mila persone. La processione, le preghiere, la passione, e quel nome dell’Achiropita evocato continuamente insieme – forse e si spera – a quello di Rossano.

La festa dell'Achiropita (ieri sera) a San Paolo del Brasile

Momenti di culto e di vera festa. Un mese intero dove Rua Treze de Maio, la via dove sorge la basilica dedicata alla misteriosa vergine apparsa per la prima volta al monaco Efrem sulle rive dello Jonio, si addobba a festa: si parla calabrese, si mangia calabrese, si vive da calabresi. Le melanzane ripiene alla rossanese e la sardella, la salsiccia piccante e la soppressata, gli scorateddi e i crustoli: se alle nostre latitudini sono sempre più una chimera, a San Paolo i profumi e i sapori ne riempiono l’intera città. Testimonianza identitaria, anche in questo caso, di un tipico che muore nella sua terra natia ma che sopravvive grazie ai figli dell’exodos a miglia di kilometri di distanza. Una testimonianza bellissima, ricca, piena e sicuramente emozionante.

E pensare che per questa festa, per la festa dell’Achiropita a San Paolo, tanto è il suo clamore, tanto è la sua popolarità, le autorità turistiche locali hanno creato addirittura un’applicazione per i più svariati device, che si chiama Achiropita, ideata dalla comunità parrocchiale. Da questa App è possibile consultare gli orari delle funzioni liturgiche, addirittura i canti della tradizione dedicati alla Vergine, e poi ancora prenotare un tavolo in una delle cantine tipiche rossanesi (a San Paolo!) o acquistare il biglietto per i tantissimi concerti che si tengono durante il mese di festa in onore della Madonna.

Sui portali istituzionali della città di San Paolo, la festa dell’Achiropita viene richiamata dappertutto. Addirittura «Essendo una festa molto tradizionale – si raccomanda nelle note - le code alle bancarelle e ai ristoranti sono solitamente molto lunghe. Pertanto, si consiglia di arrivare presto per sfruttare al meglio i festeggiamenti». Basta questo per capire la solennità dell’evento, l’importanza di una celebrazione che attira un quarto di milione di persone ogni fine settimana e nelle giornate più significative della festa.

La cantina della Madonna Achiropia in Rua Treze de Maio

Dal barrio di Bixiga un messaggio forte rivolto ai rossanesi e a questa nuova città: il ferragosto è una festa di tutti ma in Calabria, a Corigliano-Rossano, a Rossano dovrebbe essere un evento iconico, tipico, unico, originale diverso da tutte le altre feste d’estate. Un vero motore di economia e turismo, oltre che di fede.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.