5 ore fa:Approvata la mozione sulla dinamicità dei fondi Europei, Molinaro: «Più qualità istituzionale»
4 ore fa:Operazione Athena, annullata l'ordinanza per Luca Laino
3 ore fa:Processioni dei misteri, il Comune di Co-Ro ha emanato le ordinanze per la disciplina del transito veicolare
3 ore fa:Riaperto (finalmente) al traffico veicolare il Ponte Saraceno a Trebisacce
1 ora fa:A Lauropoli l'installazione de "L’ultima cena" dell’artista concettuale Enzo Palazzo
4 ore fa:Coldiretti Calabria: «L'acquisto di cibo, direttamente dal produttore, garantisce maggiore fiducia»
2 ore fa:Unioncamere Calabria, oggi il roadshow “Infrastrutture e intermodalità: leve competitive per gli imprenditori calabresi”
5 ore fa:Non essere chi sei. È uscito il nuovo libro dello scrittore cariatese Francesco Talarico
2 ore fa:Ripartono i lavori dell'ospedale della Sibaritide, Forza Italia Co-Ro: «Occhiuto ha individuato le risorse»
6 ore fa:Sibari, il Canale degli Stombi torna navigabile

Quando con la sigaretta tra le labbra si diventava grandi. Usi, costumi e abitudini della generazione del boom economico

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Sembra qualcosa fuori dal mondo, ma mezzo secolo fa era proprio così. Il ragazzo che voleva sembra più grande della sua età, si faceva vedere in giro e tra gli amici con la sigaretta e quello era il segno che si era diventati adulti.

L’effetto dannoso di quello che poi sarebbe diventato un vizio, non era proprio nella mente di chi si sarebbe iniziato a quell’atto così grave. La sigaretta era uno status symbol che indicava una certa superiorità in età ed anche sociale.

Anche le classi sociali differivano nel fumo delle sigarette. Il proletariato fumava sigarette senza filtro e molto economiche: Nazionali, Alfa o Sax erano le più diffuse. Tra le classi intermedie si fumavano le MS, le Lido, le Bis e le Linda, mentre tra i cosiddetti benestanti si fumavano, in prevalenza, le Marlboro, le Muratti e le Multifilter.

Il passaggio di classe si faceva notare anche con il fumo.

Non va dimenticato che prima della legge di divieto del fumo, ci si metteva la sigaretta in bocca ovunque, sia al chiuso che all’aperto. Si fumava dappertutto, anche negli ospedali e negli studi medici, ma quello che era divenuto un odore caratteristico si respirava nei cinema e sui pullman.

Entrare in un cinema e non sentire quell’odore acre, quella nuvola che si alzava dalle poltrone e le luci della proiezione che filtravano tra di essa, non era minimamente pensabile.

Nei pullman, di linea o turistici che siano stati, il portacenere era sempre pieno di mozziconi e l’aria sempre impregnata di fumo.

È stata necessaria una legge dello Stato per regolamentare il tutto. La prima norma di tutela dei non fumatori viene introdotta nel 1975: la legge n. 584 dell’11 novembre 1975 stabilisce il divieto di fumare in determinati locali e sui mezzi di trasporto pubblico. Tra i luoghi interessati dal divieto: le corsie degli ospedali, le aule scolastiche, le sale d’attesa delle stazioni, i locali chiusi adibiti a pubblica riunione, i cinema, le sale da ballo.

Nel 2003 viene emanata la legge n. 3 (art. 51), “Tutela della salute dei non fumatori” (Legge Sirchia), che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, palestre, centri sportivi. Le sole eccezioni: i locali riservati ai fumatori e gli ambiti strettamente privati, come le abitazioni civili. La legge concede la possibilità di creare locali per fumatori. Diversi locali hanno provveduto a creare locali riservati esclusivamente ai fumatori, ma anche questi sono stati eliminati nel tempo per il sempre crescente numero di fumatori.

Un fenomeno dei nostri tempi è quello di vedere sempre più donne fumare.

Cinquant’anni fa si fumava per dimostrare di essere adulti, ora perché lo fanno tante donne? Mistero!

Gino Campana
Autore: Gino Campana

Ex sindacalista, giornalista, saggista e patrocinatore culturale. Nel 2006 viene eletto segretario generale regionale del Sindacato UIL che rappresenta i lavoratori Elettrici, della chimica, i gasisti, acquedottisti e tessili ed ha fatto parte dell’esecutivo nazionale. È stato presidente dell’ARCA territoriale, l’Associazione Culturale e sportiva dei lavoratori elettrici, vice presidente di quella regionale e membro dell’esecutivo nazionale. La sua carriera giornalistica inizia sin da ragazzo, dal giornalino parrocchiale: successivamente ha scritto per la Provincia Cosentina e per il periodico locale La Voce. Ha curato, inoltre, servizi di approfondimento e di carattere sociale per l’emittente locale Tele A 57 e ad oggi fa parte del Circolo della Stampa Pollino Sibaritide