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Caterina Tufarelli, la calabrese (della Sibaritide) che 70 anni fa ha sdoganato la politica italiana

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CORIGLIANO-ROSSANO – Una donna che ha lasciato il segno nella storia politica italiana, eletta primo sindaco in Italia, calabrese e nata nel cosentino, a Nocara piccolo borgo nell’alto Jonio cosentino, nel lontano 25 febbraio 1922.

Una storia avvincente quella Caterina Tufarelli Palumbo, chiamata Ketty, che divenne a soli 24 anni sindaco del comune di San Sosti.

Ma andiamo per ordine. Nocara identificata come la Lagaria sin dal XVII secolo, sembrerebbe molto più antica, la leggenda popolare attribuisce al delizioso borgo normanno-bizantino i natali di Ponzio Pilato, sicuramente vanta un’illustre personalità tra i suoi storici abitanti, Caterina Tufarelli, che sarà ricordata in un convegno il 19 agosto, promosso dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Maria Antonietta Pandolfi il cui operato politico-amministrativo e ampiamente apprezzato anche da Nicola Conforti, dirigente ministeriale che in visita al delizioso borgo, ne ha decantato il grande valore culturale e storico che racchiude, oltre al senso dell’accoglienza di cui i cittadini nocaresi sono promotori.

La prima sindaca d’Italia nacque 100 anni fa da Giuseppe, avvocato e da Maria Miceli, una famiglia agiata e esponente di spicco della borghesia locale.

Ma Ketty rimase orfana piccolissima, a pochi mesi di vita e fu mandata a Roma presso il collegio delle suore del Sacro Cuore dalle quali venne cresciuta, conseguendo la maturità e una laurea in giurisprudenza. Donna brillante, si sposò nel 1943 con un collega, l’avvocato Baldo Pisani con cui formò una famiglia.

Nel 1946, il 24 marzo, giorno in cui il suffragio universale divenne realtà anche in Italia, Ketty fu eletta sindaco nel partito della democrazia cristiana, e fu consacrata dal popolo ad essere la prima donna italiana a raggiungere un traguardo ambito quanto difficile, se si tiene conto che si parla di un contesto di quasi 70 anni fa.

Caterina Tufarelli Palumbo fece molto per la comunità, edificando scuole, attuando una politica che oggi definiremmo di walfare e sdoganando vecchi clichè che opprimevano la parità di genere, come ad esempio quello di andare in bicicletta che allora nelle zone rurali soprattutto, era un costume che non faceva acqua con la morale.

Un personaggio che univa la femminilità, espressa per l’amore e il senso del dovere nei confronti della famiglia alla voglia di emancipazione e che aveva brillantemente superato, attraverso la politica del saper fare, pregiudizi e retaggi culturali dell’epoca.

La giovane donna abbandonò la carriera politica a fine mandato per seguire il marito che divenne Presidente della Provincia di Cosenza. Caterina Tufarelli morì a soli 57 anni e nel 2016 fu inserita nella Sala delle Donne a Montecitorio insieme alla raffigurazione di altre donne che hanno avuto un ruolo altamente significativo nella storia della Repubblica Italiana.

 

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive