La vecchiaia del cervello non si misura più con l'età: in Calabria i più saggi?
Da studi scientifici risulta che il cervello degli over sessanta elabora più dati rispetto a quello dei giovani
CORIGLIANO-ROSSANO – Le statistiche ci informano che in Calabria ci sono 173,3 anziani ogni 100 giovani, dove per anziani si intendono coloro che hanno 65 anni e oltre. Per giovani ci si riferisce alle persone che rientrano nella fascia d’età 0-14 anni. Siamo più o meno in linea con la media nazionale per ciò che riguarda l’indice di vecchiaia.
Fin qui nulla di nuovo in quanto quella calabrese, è una popolazione relativamente giovane, anagraficamente ma, è qui che sta la buona novella, anche mentalmente. Infatti risulta da studi scientifici pubblicati da Nature Human Behaviour che la popolazione cosiddetta “anziana” ha riflessi più lenti solo in apparenza, in quanto essendo meno impulsiva e con più esperienza rispetto a quella più giovane, impiega qualche secondo in più nell’agire. La conseguenza è che sbaglia meno.
Così i tempi che il cervello impiega per processare le informazioni non dipende dall’età, ma piuttosto, dai sessant’anni in poi, questi processi cerebrali sono rallentati dal fattore esperienza, in quanto il cervello ha molte più informazioni da elaborare in poco tempo e si valutano, inoltre, con più cautela le diverse alternative disponibili.
Forse per questo nella memoria di quasi tutti calabresi, l'immagine dei nostri avi è quasi sempre segnata dalla forza e dall'infaticabilità, dalle faccende domestiche, alla coltivazione dei campi, dalle tavolate chilometriche ai racconti serali prima di andare a letto.
Quindi per buona pace di tutti i nostri nonni e di tutte le persone un po' più avanti con l’età, non c’è da preoccuparsi se a volte per risolvere un problema o un disagio si impiega più tempo, meglio aspettare qualche secondo in più e fare bene, piuttosto che farsi prendere dall’impulsività e dalla fretta e commettere errori.