È calabrese il cardiochirurgo italiano che opera al cuore con la tecnica mininvasiva
Intervista al dottor Alfonso Agnino, cardiochirurgo di fama mondiale, originario dell’alto Jonio cosentino, che opera con questa tecnica robotica d’avanguardia
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CORIGLIANO-ROSSANO - È il professor Alfonso Agnino, 52 anni, calabrese di origine dell’Alto Jonio cosentino, il primo cardiochirurgo italiano di fama mondiale che opera con interventi al cuore, valvola mitralica e coronarie, con la tecnica mininvasiva.
Dopo il primo intervento europeo di telementoring in Cardiochirurgia robotica eseguito mesi fa dal dottor Alfonso Agnino, responsabile della Cardiorobotica e Chirurgia mininvasiva all’ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo (intervento di riparazione della valvola mitralica con un innovativo sistema di telecamere collegate alla consolle del robot, con la partecipazione in diretta degli specialisti del cuore dell’Università di Rennes e una nuova modalità di controllo del campo operatorio), la tecnica robotica ora viene utilizzata anche per i pazienti con problemi alle coronarie.
Con questa tecnica robotica d’avanguardia opera oggi prevalentemente il dottor Alfonso Agnino che ha all’attivo una intensa esperienza lavorativa in Italia e in Francia dal 2003 a tutt’oggi con oltre 8000 interventi di cui 5000 da primo operatore e oltre 1500 casi di chirurgia mininvasiva.
Il dottor Agnino, originario dell’Alto Jonio cosentino, da Bergamo viene ogni mese in Calabria, a Corigliano-Rossano, al Centro Cardioross, per visite specialistiche per pazienti con problemi al cuore. Lo abbiamo recentemente incontrato e abbiamo cercato di saperne di più anche per gli interventi robotici alle coronarie.
Dottor Agnino, che cosa è il bypass coronarico?
«Il nostro cuore – risponde lo specialista – irrora con la sua contrattilità tutto il nostro corpo e a sua volta attraverso le coronarie irrora se stesso permettendone la sua stessa vita. Le coronarie quindi sono dei vasi sanguigni arteriosi che portano sangue ossigenato al cuore. Il restringimento delle coronarie (stenosi)può provocare l’angina pectoris o un infarto cardiaco in cui una parte del miocardio muore».
«Quando i sintomi – prosegue Agnino – non possono più essere controllati con i farmaci o con un intervento di angioplastica con o senza l’inserimento di uno stent, che mantiene dilatati i vasi sanguigni, l’applicazione di un bypass permette di scavalcare i tratti di vaso sanguigno ristretti od occlusi e migliorare o ripristinare l’irrorazione sanguigna. Per ottenere ciò generalmente si utilizzano arterie della parete toracica, arterie del braccio e segmenti di vene della gamba».
Oggi quale è la scelta di intervento chirurgico?
«La scelta – risponde – è tra due metodi. Uno che usa metodi tradizionali e l’altro che si basa su tecniche meno invasive. La tecnica a minor impatto è quella robotica. I pazienti coronarici, nella maggior parte dei casi, sono fumatori o diabetici. In questi casi è opportuno preferire la mininvasiva alla sternotomia perché un paziente fumatore, nel post operatorio, tossisce moltissimo e questo si ripercuote sulla gabbia toracica. L’intervento mininvasivo con il Robot Da Vinci elimina il dolore anche se il paziente ha un colpo di tosse».
«Chi è diabetico, invece , - spiega – va facilmente incontro a problematiche riguardanti infezioni e cicatrizzazione. Evitando l’apertura dello sterno, la cicatrizzazione sarà più rapida e il rischio infettivo si abbassa in maniera esponenziale. Il recupero funzionale con questo tipo di tecnica è molto più rapido».
Per concludere, dottor Agnino, come viene eseguito questo tipo di intervento mininvasivo?
«L’intervento viene eseguito attraverso 3 fori di 8 millimetri e l’inserimento di una telecamera e di due bracci robotici attraverso i quali il chirurgo vede perfettamente l’arteria mammaria e, grazie al movimento del joystick, riesce a prelevarla facilmente. Subito dopo – conclude – sempre attraverso la telecamera, si individua il punto in cui fare il bypass e si pratica una incisione di appena 4 centimetri sulla parte sinistra del torace. Il bypass viene fatto a cuore battente, senza mai fermarlo».
Il nuovo percorso è tracciato. In attesa di nuovi progressi sempre in campo robotico.
(intervista di Cosimo Bruno)