Furono più di mezzo milione gli italiani che negli anni ‘70 partirono per la Germania: tra questi c’è Anna
Anna torna a Campana ogni volta che può. Lì, dove ogni compaesano la conosce per nome, lei ha lasciato una parte del suo cuore e, come ogni emigrato, ogni volta che torna è una festa

FRANCOFORTE – Puoi vivere per tutta la vita in un posto, ma non sentirti mai davvero a casa. Forse perché il concetto di “casa” è ampio; include persone, luoghi, profumi, sapori. È un concetto molto chiaro soprattutto a chi ha dovuto lasciare la propria nazione per trasferirsi in un Paese diverso.
Anna era solo una bambina quando ha lasciato la sua amata Calabria per partire alla volta della Germania. «All’Inizio non è stato traumatico. Avevo accanto tutta la mia famiglia e vivevamo in un quartiere di Stoccarda dove si erano già trasferiti molti altri compaesani. Continuavo ad essere circondata da volti noti, a parlare la lingua della mia terra, a mangiare i piatti della nostra tradizione».
Erano gli anni ’70. In quel decennio partirono per la Germania circa 541 mila italiani. La maggior parte di loro proveniva dal Meridione, inclusa la famiglia di Anna.
Quando oltrepassi i confini nazionali provi a portare con te un po' di “casa”; così negli appartamenti a Stoccolma continuavano a sentirsi i profumi della Calabria, i sapori del mediterraneo e le voci nell’idioma calabrese.
Paradossalmente il “vero distacco” per Anna avvenne dieci anni dopo, quando dopo essersi sposata si trasferì a Francoforte. «Mi sentii un po' spaesata. Lì non conoscevo nessuno. Era come se avessi lasciato il mio Paese per la seconda volta».
Ricominciare. Un verbo che racchiude l’intera esistenza dell’emigrante. Si riparte da zero. Nuova Città, nuove amicizie, nuova vita. Ma nonostante il contesto muti, conservi gelosamente le tue tradizioni.
Anna, infatti, continua ancora oggi ad appassionarsi alla politica nel nostro Paese, a preparare piatti succulenti della tradizione Italiana, a sentirsi italiana: «Vivo in Germania ormai da tutta una vita. Qui sto bene. Della Germania apprezzo molto diversi aspetti, dai servizi che ti offre (sanità, trasporti, velocità nella burocrazia) alle opportunità (sia io che mio marito, qui abbiamo trovato lavoro). Ma vivi sempre come se ti mancasse qualcosa. Gli affetti, le amicizie, il mio paesino d’origine. Nessun efficiente servizio tedesco potrà mai colmare questo vuoto».
Torna in Italia ogni volta che può; per la precisione torna a Campana, un paese dell’entroterra calabrese. Lì dove può scorgere il mare all’orizzonte, ma al contempo sentire l’aria frizzante della Sila. Lì dove il sole illumina le ginestre e ogni compaesano la conosce per nome. Lì Anna ha lasciato una parte del suo cuore e, come ogni emigrato, ogni volta che torna è una festa.