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'A Simana Santa - I riti e la "spettacolarità" della fede da Paludi a Cropalati

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PALUDI - La Pasqua in Calabria è una delle feste più sentite tra gli eventi dell’anno tanto che ancora oggi molti dei riti pasquali vengono celebrati secondo gli usi tradizionali. I riti della Pasqua o meglio dire i riti della settimana santa calabrese sono davvero suggestivi e famosi proprio per l’intensità con cui vengono celebrati. Finalmente, quest’anno, dopo due anni di fermo a causa del covid, si potrà partecipare dal vivo a queste funzioni religiose legate ad antiche tradizioni. Ecco alcuni dei riti della settimana santa a Paludi e dintorni, che si tramandano ancora, ai nostri giorni.

Via Crucis

Verso sera, a Paludi, si svolge il rito della Via Crucis. Generalmente, le varie stazioni, vengono preparate per le strade del paese, nei rioni caratteristici. Vengono portati fuori in processione i vari gruppi di statue raffiguranti le stazioni della Via Crucis. Un evento rappresentativo e molto toccante che ripercorre la passione di Cristo dalla prima all'ultima stazione. Il Venerdì Santo, un tempo come oggi, viene particolarmente sentito e “organizzato”.

È il tempo del dolore , u’Vennari Santu, del pianto, e, per chi conosce la realtà in cui vive, non è difficile leggere sui volti di chi intona il canto, di chi porta a spalla la statua, di chi sgrana la corona del rosario in mano, il ripercorrere, ripensare al proprio, di dolore, alla sofferenza che magari lo ha accompagnato e lo sta ancora accompagnando. Per le vie di paludi tra canti e preghiere si celebra questo sentito evento, molto partecipato e dalla forte simbologia religiosa

"La lavanda dei piedi"

La "lavanda" è una delle più grandi lezioni che Gesù dà ai suoi discepoli, perché dovranno seguirlo sulla via della generosità totale nel donarsi, non solo verso le abituali figure, fino allora preminenti del padrone, del marito, del padre, ma anche verso tutti i fratelli nell’umanità, anche se considerati inferiori nei propri confronti. Il Vangelo di Giovanni, al capitolo 13, racconta l'episodio della lavanda dei piedi. Gesù «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine», e mentre il diavolo già aveva messo nel cuore di Giuda Iscariota, il proposito di tradirlo, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti e preso un asciugatoio se lo cinse attorno alla vita, versò dell’acqua nel catino e con un gesto inaudito, perché riservato agli schiavi ed ai servi, si mise a lavare i piedi degli Apostoli, asciugandoli poi con l’asciugatoio di cui era cinto.

Bisogna sottolineare che a quell’epoca si camminava a piedi su strade polverose e fangose, magari sporche di escrementi di animali, che rendevano i piedi, calzati da soli sandali, in condizioni immaginabili a fine giornata. La lavanda dei piedi era una caratteristica dell’ospitalità nel mondo antico, era un dovere dello schiavo verso il padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre e veniva effettuata con un catino apposito e con un “lention” (asciugatoio) che alla fine era divenuto una specie di divisa di chi serviva a tavola.  

A Paludi, il Giovedì Santo durante la messa in Coena Domini nella Chiesa San Clemente, prende vi il tradizionale rito della Lavanda dei piedi. Un momento ricco di emozione e dal valore simbolico inestimabile, che ha visto sempre una coesa e compatta partecipazioni di paludesi. E poi, la rappresentazione dell'Ultima Cena, dove simbolicamente Gesù raduna i suoi discepoli, spezza il pane e lo dà ai discepoli, pane che simboleggia il suo corpo, e di seguito il vino, a simbolo del suo sangue, invitandoli a farlo in sua memoria. Questa è la prima comunione e costituisce il fondamento del sacramento della Santa Comunione.

Quella è la sera in cui Gesù, voltandosi verso i discepoli dice loro che uno di essi lo tradirà e rivolto a Giuda dice: va e fai quello che devi. Infatti Gesù è arrestato, dopo il tradimento di Giuda, nel giardino del Getsemani, dove si era recato a pregare con i suoi discepoli. Lo stesso giorno la sera si celebra la crocifissione. In chiesa vengono letti dodici vangeli che guidano il fedele all’estrema passione, il processo di Gesù da parte di Ponzio Pilato, il percorso terribile verso il Calvario, la crocifissione con Gesù sulla Croce. 

'U Laurellu

Tra le tradizioni pasquali a Paludi, una molto bella e particolare è la piantina di grano usata per addobbare i sepolcri il Giovedì Santo. Si tratta di un rito antichissimo, conservato nel tempo. È tradizione, infatti, piantare i semi circa un mese prima di Pasqua e sistemarli al buio (questo passaggio rappresenta simbolicamente la morte) per poi farli germogliare (simbolo di nuova vita). Si tratta di un dono povero e umile, ma ricco di valore simbolico, offerto dal sentimento religioso popolare sul sepolcro di Cristo.

Ha un chiaro significato augurale: i semi di frumento vengono messi in una pianta in un luogo buio e la loro maturazione è fatta coincidere con il periodo della settimana santa, nel rappresentare la resurrezione di Cristo. Le composizioni fatte con i germogli di grano hanno diversi colori, dal bianco al verdino. Un tempo si dividevano in pezzi e si piantavano nel campo di grano, o nel giardino come porta fortuna e se qualche vicina non lo aveva preparato, se ne dava un pezzo anche a lei come buon augurio. 

CROPALATI - L'Affruntata 

A Cropalati l’evento religioso per eccellenza è: l’Affruntata. Un rito che rappresenta l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna. Un mistero - questo pasquale - che per millenni ha arrovellato l’uomo il quale, prima della venuta del Messia, considerava la morte come la negazione della vita eterna. Cristo con la sua venuta e con il suo martirio ha cancellato la paura della morte. Il suo sacrificio sulla croce e la sua stessa resurrezione rappresentano l’elemento tangibile della vittoria sulla morte, di questa realtà brutale che blinda entro il breve spazio dell’avventura terrena, l’immortalità dell’uomo. Pasqua, festa della vita sulla morte, quindi, apre al mistero dell’eternità.

La spettacolarità dell’incontro fra il Cristo Risorto, e la Madonna si consuma nell’arco di pochi minuti in piazza A. De Gasperi. La Madonna dapprima indugia nella chiesa dello Santissimo Rosario in via Roma, mentre il Cristo risorto nella chiesa di Sant’Antonio Abate e successivamente s’incontrano in piazza A. De Gasperi. Nell’attimo stesso in cui gli occhi tra Madre e Figlio s’incrociano, la Madonna viene "svelata", liberata della veste nera e come per miracolo si presenta agli occhi del Salvatore avvolta in una ricca veste.

Sono questi momenti di grande emozione che scaturiscono in fragorosi applausi e immensa commozione. Questa manifestazione, per la sua intensità spirituale, rappresenta una pubblica professione di fede, un momento di preghiera corale per tutta la popolazione cropalatese.

​​​​​​(Fonte foto: castrum cropalati, paludi è-paluri è, Giuseppe M. N Cicala) ​​​


Storie d'Altri tempi è un progetto dell'Eco dello Ionio e dell'associazione Rossano Purpurea, nato per costruire un racconto corale di memorie cittadine tra Corigliano e Rossano. I contenuti sono frutto di un patrimonio orale di ricordi, o di ricerche storico- antropologiche, per lo più inedite, che gli autori hanno accettato di condividere con noi. Una narrazione unica, antica e nuova allo stesso tempo, della nostra identità.

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia