L'àugure della casa nella vecchia Corigliano
Un'altra bellissima storia del prof Giulio Iudicissa su tradizioni, usi, costumi e leggende della comunità coriglianese. Questa volta andiamo alla scoperta del mistero dell'agurielli
di Giulio Iudicissa
Eccezion fatta per i nuovi quartieri sorti nella seconda metà del '900 nelle aree di S. Antonio, dell'Ariella e dell'Acquedotto, tutti gli altri sono in certo modo storici, per cui le case, che in essi si trovano, stanno lì da secoli. La proprietà, trasmettendosi da una generazione all'altra, è rimasta, perlopiù, alla medesima famiglia, ma è potuto anche accadere che il vecchio proprietario, per necessità o per comodo, abbia venduto la sua abitazione, per trasferirsi altrove.
Si è dovuto provvedere, in questo caso, ad effettuare il trasloco dei mobili e di quant'altro si trovasse in essa. La cosa, però, non finiva così, perché bisognava portar via, in ultimo, l'àugure della casa, l'agurielli, una entità invisibile, specie di spirito o di santo protettore, che era parte integrante della struttura e dei suoi componenti. Invocato e venerato, ad esso si destinava il primo dolce festivo e per esso si lasciava apparecchiata la tavola nelle sere di vigilia. In genere, l'agurielli non si faceva vedere dai membri della famiglia, ma, ogni tanto, trovava anche il modo di far capire che c'era o di far sentire la voce.
Come si portava nella nuova casa? Il rituale era rigido ed affascinante: ultimato il trasloco, si tornava di sera nella vecchia casa ormai vuota e qui, con una lucerna ad olio posta in un paniere, si visitavano per l'ultima volta tutte le stanze, come a salutarle, per poi uscire. L'agurielli, seguendo la lucina, si sarebbe trasferito anch'esso nella nuova dimora, insieme a tutta la famiglia.
Ancora oggi, sia pure di rado, può capitare che qualcuno dica di un altro ca ghè 'n'agurielli, cioè, una persona piacevole, la cui presenza porta fortuna.
In un lontano inverno del 1956, lasciando la casa della mia infanzia, sul far della sera, per trasferirmi nella nuova dimora, la nonna, cogliendo un senso di malcelato dolore, disse: "jami cuntienti, fiĝĝhi, ca l'agurielli 'i ra casa n'accumpagna".
Storie d'Altri tempi è un progetto dell'Eco dello Ionio e dell'associazione Rossano Purpurea, nato per costruire un racconto corale di memorie cittadine tra Corigliano e Rossano. I contenuti sono frutto di un patrimonio orale di ricordi, o di ricerche storico- antropologiche, per lo più inedite, che gli autori hanno accettato di condividere con noi. Una narrazione unica, antica e nuova allo stesso tempo, della nostra identità