Le vacche di Fanfani a Corigliano
Da non crederci, ma il fatto è realmente accaduto. In tanti lo ricordano ancora e di esso restano non poche fotografie
di Giulio Iudicissa
Da non crederci, ma il fatto è realmente accaduto. In tanti lo ricordano ancora e di esso restano non poche fotografie.
I giornali lo raccontarono in mille salse, aggiungendovi anche un po’ di fantastico ed un pizzico di cattiveria antimeridionale e, perché no, anche antidemocristiana, secondo le abitudini del tempo, d'altra parte, riaffioranti pure ai giorni nostri.
Rimase famoso, l'episodio, come le vacche di Fanfani.
In breve: premesso che Corigliano fu una delle maggiori beneficiarie dell’Opera Valorizzazione Sila – si pensi che furono assegnate ben 754 quote di terreno in diverse località di pianura – a distanza di un decennio, nell’aprile del 1961, il Sen. Amintore Fanfani, uomo allora forte nel partito della DC e nel paese, volle verificare i risultati della tanto famosa riforma agraria.
Venne, dunque, dalle nostre parti e visitò terreni, case e stalle: la riforma, al di là di qualche comprensibile ritardo, aveva indubbiamente funzionato, creando tanti piccoli proprietari ed un certo benessere, che nel tempo avrebbe inciso sulle condizioni igieniche e sanitarie, sui consumi e sull'istruzione.
Non sfuggì, però, a lui, attento toscanaccio, un particolare: in ogni stalla trovava sempre le stesse vacche, belle, pulite e ben nutrite.
Capì, forse anche illuminato da qualcuno del suo seguito e, certamente, ci sorrise su: non era il caso di farne una tragedia, considerati i risultati, in fondo, apprezzabili. I buoni contadini, nella loro ingenuità, avevano voluto, dunque, mostrare al Presidente del Consiglio, le migliori vacche, accollandosi la fatica di trasportarle da un podere a quello limitrofo e da una stalla all’altra.
Quelle vacche divennero, così, le famose vacche di Fanfani.