Dal Brillia al cuore: per il popolo biancoazzurro il pallone torna a casa
Dopo anni di silenzi, il “Città di Corigliano” riapre le porte: lì dove intere generazioni biancoazzurre hanno sognato, sofferto e amato il calcio

CORIGLIANO-ROSSANO - Il calcio è emozione, è senso di appartenenza. È quella passione che ti lega a dei colori — in questo caso il bianco e l’azzurro — e che finisce per farti amare anche i luoghi dove quella passione prende forma.
Tanto tempo abbiamo trascorso al “Città di Corigliano” di Contrada Brillia. Intere generazioni di sportivi biancoazzurri si sono succedute su quei gradoni, tra record da ricordare e domeniche amare, con i tifosi in campo per salvare l’onore e difendere l’orgoglio della propria città.
E ora, dopo anni di silenzio, quel luogo torna a vivere. Lo stadio si riapre, rinnovato, con un manto erboso verdissimo — un’erba sintetica che sa di futuro, ma che profuma anche di passato.
Per capire cosa rappresenta questo impianto, bisogna fare un salto indietro nel tempo. È il 6 ottobre 1996, giorno dell’inaugurazione ufficiale dello stadio. Sesta giornata d’andata del campionato di Serie D – Girone I: il Corigliano Schiavonea affronta l’Igea Virtus e vince 2-1, davanti a una città intera in festa.
Era un torneo emozionante, vinto dal Crotone dopo un intenso testa a testa con il Locri. In quel girone militavano anche formazioni storiche come Ragusa, Vigor Lamezia, Milazzo, Silana, i cugini della vicina Rossanese e persino il Messina, retrocesso proprio in quella stagione per vicende societarie.
Il Corigliano Schiavonea chiuse con 57 punti, nei piani alti della classifica: 15 vittorie, 12 pareggi e 11 sconfitte. 38 i gol fatti, 28 quelli subiti. Capocannoniere della squadra Mimmo Guzzetti, con 13 reti; subito dietro Nino De Luca, centrocampista dal piede caldo e dal “vizio del gol”, autore di 10 marcature.
In panchina sedeva Teobaldo Del Morgine, guida carismatica di un gruppo compatto e orgoglioso. In campo, oltre ai già citati Guzzetti e De Luca, c’erano nomi rimasti nel cuore dei tifosi: Tramonte, Scaglione, il compianto Vanacore, Maritato, Sestito e tanti altri protagonisti di un calcio fatto di passione vera.
Quel campo, da allora, ne ha viste tante: esultanze, delusioni, retrocessioni e rinascite. Ma il filo conduttore non è mai cambiato: l’amore per il calcio e per una città che si riconosce nei suoi colori.
Oggi, dopo anni di silenzi, il pallone torna a rotolare al “Città di Corigliano”. E allora non resta che dirlo, con la stessa emozione di quel 6 ottobre del ’96:Bentornato calcio. Bentornato Corigliano, ci vediamo domenica. - immagini e video MM Videomaker