Il grande cuore di "Blindo" Ramunno: dalla Rossanese alla nazionale amputati
Amarcord rossoblu: l'ex portiere e bandiera della Rossanese da tre anni è il preparatore dei portieri della nazionale italiana calcio amputati
CORIGLIANO-ROSSANO – Ciccio “Blindo” Ramunno è uno degli eroi "moderni" della storia della Rossanese, un portiere diventato figlio adottivo di una città che da sempre pulsa amore sconfinato per il rossoblu. A descriverlo basterebbero le più di duecento partite incastonate in quasi dieci anni sulle rive dello Ionio per un estremo difensore entrato nella memoria collettiva per i suoi miracoli e per la sua personalità.
Che Ciccio avesse altruismo allo “Stefano Rizzo” se ne erano resi conto un po’ tutti. Non dovrebbe fare nemmeno notizia il fatto che adesso si è messo a disposizione di una straordinaria avventura. Infatti, Ramunno dal 2020 è il preparatore dei portieri della nazionale italiana calcio amputati. Un percorso che ha condiviso con noi: «Collaboro da cinque anni con i centri federali – ci spiega “Blindo” – e grazie all'allora coordinatore dell’area dei portieri, Nicola Pavarini, mi sono messo in gioco e ho avuto la fortuna di essere scelto».
Il calendario della nazionale italiana amputati e di Ciccio Ramunno è fitto: «Dopo aver fatto un figurone al sei nazioni e ai mondiali – in cui per la prima volta l’Italia si è classificata tra le prime otto – a settembre avremo gli europei di categoria a Dublino in cui vorremo dire la nostra».
Una selezione, come ci ricorda l’ex portiere della Rossanese, che trova la sua ninfa in sentimenti nobili: «Grazie a questi ragazzi ho riscoperto molti valori che davo per scontanti, come coraggio e forza di volontà. Ho capito che ognuno di noi è diverso e tutti, a modo proprio, sono speciali. All’inizio – ci confida – non è stato facile perché si può cadere nel pietismo, ma alla fine ti rendi conto che non cambia davvero nulla. Li devo ringraziare perché mi stanno insegnando tanto. Anche loro, come me, hanno fatto un percorso pieno di sacrifici e di impegni. Basta pensare che il calcio per amputati ancora non è riconosciuto come sport paralimpico, oltre a non essere nemmeno all’interno del sistema della FIGC. Ma – conclude – sono convinto che alla fine arriverà il giusto riconoscimento».
Infine, un saluto alla sua seconda casa, ovvero Rossano e lo “Stefano Rizzo”: «Saluto tutti i tifosi rossoblu. So perfettamente che le generazioni sono cambiate e molti tifosi sono cambiati. Auguro alla piazza rossanese il meglio perché è un ambiente fantastico dove fare calcio. Non nascondo che mi piacerebbe tornare, magari – si auspica Ramunno – lavorando all’interno di uno staff che possa riportare quei colori magici in categorie che competono alla loro storia»