Corigliano calcio e Rossanese: il futuro passa dall'azionariato popolare. Tutti con potere di voto
Un'idea che ricorre da tempo ma mai praticata. Eppure è la più reale per portare a compimento il sogno del professionismo che da decenni si accarezza sullo Jonio. Del resto è il tifoso la vera anima di una squadra: oggi più che mai
CORIGLIANO-ROSSANO - Tra gli insegnamenti che la pandemia ci sta lasciando ve ne è uno da scolpire in calce: il mondo non sarà più come prima. A non essere più come prima - e si inizia ad intuirlo - è il macrocosmo dello sport e, più in generale, del calcio.
Finito per sempre il periodo di vacche grasse, in cui imprenditori mecenati spendevano e spandevamo, ci ritroviamo con algoritmi profondamente cambiati. Il Covid-19 ha inferto una nuova mazzata al calcio dilettantistico che, se non si riscopre e non si evolve, rischia di sparire per sempre.
Corigliano-Rossano è terra di fusione, di una idea capovolgente che - piaccia o no - ha ridisegnato le ambizioni e le priorità. Da questa forza propulsiva ne possono nascere altre di idee. Una è quella dell’azionariato popolare. Il tifoso non più come ciliegina sulla torta ma come torta intera.
Allora mettiamo su un progetto che nella sua semplicità ha un tocco di follia. Immaginiamo una Rossanese o la società bianco-azzurra del Corigliano, in cui ognuno può entrare con un’azione singola e che, lo stesso individuo, ne può possedere fino ad un massimo di 500. Immaginiamo un’assemblea dei soci in cui chi possiede le quote detiene anche potere di voto a prescindere dal peso specifico economico. Intendiamo una società calcistica di questo territorio che, per statuto costituente, deve appartenere almeno per il 51% ai tifosi. Immaginiamo, infine, un presidente eletto dall’assemblea dei soci.
“Potere ai tifosi” per tornare al calcio della gente, che non guarda ai guadagni e alle categorie, ma che aspetta la domenica come un rito laico da consacrare gelosamente. Una squadra del territorio per il territorio, etica ed inclusiva in cui ogni socio ha ingresso ridotto allo stadio, possibilità di far praticare qualsiasi sport ai propri figli con un prezzo accessibile a tutti gli associati, notizie in tempo reale sulla sua squadra del cuore, sconti nelle attività commerciali che accetteranno una vera e propria convenzione-sponsor.
Magari è un sogno che lotta contro il sentimento divisivo e contro il distaccamento dalla passione sportiva oppure dall’ovvietà dei maggiori problemi da affrontare. È vero, è tanto difficile, ma intanto questa “proposta di rivoluzione” nasce e ha intenzione di crescere e dialogare nel nome di una città, di una tifoseria e di un calore che deve tornare a battere nei cuori della gente.