La follia delle Allerte Meteo: paura e un giorno di scuola perso
A causa del messaggio di allertamento meteo di categoria Arancione diramato dalla ProCiv sulla Calabria per oggi, molti comuni hanno tenuto le scuole chiuse. Ma ieri tutte le previsioni portavano schiarite. È un sistema che non funziona e va rivisto

CORIGLIANO-ROSSANO – Stamattina diverse scuole del territorio della Calabria del nord-est sono chiuse. Tantissimi sindaci dei comuni della Sibaritide-Pollino, infatti, ieri sera hanno deciso di sospendere le attività didattiche a causa del messaggio di allerta meteo di categoria arancione per possibili precipitazioni abbondanti a carattere di nubifragio, diramato dalla Protezione Civile regionale.
Ebbene, stamattina c'è il sole e non perché Giove Pluvio abbia deciso d'un tratto di essere clemente con quest'area della Calabria. In realtà, che stamattina non avrebbe piovuto e che – addirittura – sarebbe potuto splendere anche il sole (come sta accadendo) lo evidenziava, già da ieri, tutte le previsioni meteo che si sono susseguite e aggiornate sui più importanti network di settore.
Insomma, per molti ragazzi dell'area jonica sibarita è stato un giorno di scuola perso e per tante persone l'ennesimo momento di panico (inutile) generato, ormai, da quell'infodemia sui cambiamenti climatici. Che ci sono, sia chiaro, e provocano anche danni catastrofici (come registriamo quotidianamente). Però, perché accentuare, fomentare, alimentare questo sistema di paura collettivo?
È la meteofobia che, accumulata, ad altre decine di paure (spesso inutili) mette a dura prova il sistema nervoso della gente e crea panico, quando non serve, e poi – cosa ancora più grave – genera diffidenza e teorie del complotto di fronte ad eventi seri ed estremi.
È chiaro, allora, che qualcosa non va nel sistema di allertamento meteo della Calabria. Noi lo scriviamo da sempre.
Cosa succede? Perché le allerte meteo sono poco attendibili? Questo sistema non rischia di creare diffidenza tra i cittadini facendo abbassare l'attenzione su indicazioni che, invece, sono diramate per salvare la vita?
«Le procedure per l'emissione di un'allerta meteo – ci spiegava in un'intervista di qualche mese fa il meteorologo Rai, Paolo Bellantone, che è anche una bella penna del nostro glocal oltre ad essere un bravo giovane e apprezzato professionista di Corigliano-Rossano - sono complesse e si basano su diversi passaggi. Intanto occorre precisare che la Regione Calabria ed in particolare il Centro Funzionale Multirischi Arpacal, non è ancora dotato di un team di meteorologi che possano ricevere le previsioni meteo in house, di conseguenza la nostra regione riceve le previsioni dal Centro Funzionale Centrale della Protezione Civile di Roma. Una volta acquisite queste informazioni, i tecnici del Centro Funzionale Centrale di Catanzaro, le tramutano in un Messaggio di Allertamento Unificato».
Insomma, in Calabria le previsioni meteo vengono calate dall'alto, da un “alto” che – probabilmente – non conosce nemmeno il territorio.
Sono previsioni standardizzate e non particolarizzate come, invece, occorrerebbe ad una regione come la Calabria che si trova in mezzo al Mediterraneo, circondata dal mare e caratterizzata da diversi microclima.
Forse oggi pioverà o forse no; forse ci saranno piogge torrenziali o forse risplenderà il sole. Non lo sappiamo. Certo è che la luce di stamattina (dopo giorni di nebbia e umidità imperante) ha spiazzato solo chi voleva farsi spiazzare.
Il vero problema è che non abbiamo, ancora oggi, un sistema dati specifico, preciso che ci dica di stare in allerta quando ce n'è davvero bisogno. E questo, di conseguenza, alimenta da un lato diffidenza nei cittadini e dall'altro incredibili scudi da doveri e responsabilità di chi dovrebbe governare i territori.