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Il Feudo di Crosia, dai Ruffo al Ducato dei Mandatoriccio

4 minuti di lettura

Prima parte: Dal 1300 al 1593.

Distesa su un dolce scoscendimento tra Rossano e Calopezzati vediamo Crosia, piccolo centro collinare dello Jonio Cosentino in Calabria, Provincia di Cosenza, in passato centro di antico fasto e interessato da importanti vicende storiche e dalla presenza di diverse dominazioni.

Il Borgo si colloca in un territorio che nel periodo feudale fu sede del grande Ducato di Crosia, Feudo dei Mandatoriccio e successivamente dei Sambiase. 

Riguardo la storia della sua feudalità si può dire che è molto interessante, ma spesso disarticolata, infatti, le informazioni sulle successioni ci fanno conoscere una Crosia sottoposta al dominio di numerosi feudatari, che nel tempo, però, divenne uno dei Feudi più forti, desiderato e conteso, del Regno di Napoli. 

Nel 1300 Crosia apparteneva ai Ruffo e secondo alcune fonti il borgo viene segnalato anche come Casale di Rossano. Proverò ora, in questa breve sintesi, a indicarne lo scenario feudale il più completo possibile.

Della presenza di un certo barone Matteo da Cariati, segnalato da M. Falanga, quale intestatario di assegnazioni alla metà del XIII secolo sotto il Governo di Carlo d’Angiò ne parla anche il Voltarelli, il quale facendo riferimento ad alcune note del Pellicano Castagna, identifica il suddetto Matteo da Cariati come Matteo De Riso. L’autore crosiota1, infatti, nella sua opera cita il De Riso quale feudatario di Mirto Crosia per oltre mezzo secolo dal 1250 al 1306. Sempre lo stesso autore parla di un certo Sangiorgio Gentile che subentrando al De Riso governò Crosia per quasi quarant’anni dal 1306 al 1343, al quale se-guì nella successione feudale Carlo Ruffo di Montalto dal 1343 al 1370, il figlio di questi Antonio Ruffo dal 1370 al 1390, Carlo 2°, figlio di Antonio dal 1390 al 1402. 

Annessa al Principato di Rossano nei primi decenni del XV secolo Crosia venne riconosciuta dalla principessa Polissena Ruffo che ne conservò il governo dal 1402 al 1420. A Polissena, poi, subentrò prima la sorella, Covella Ruffo, dal 1420 al 1445 ed in seguito il figlio di quest’ultima Marino Marzano, principe di Rossano. 

Dopo la cospirazione dei baroni, contro Ferrante d’Aragona, della quale il Marzano fu uno degli artefici, al territorio di Crosia toccò la stessa sorte del Principato di Rossano, ossia il transito sotto le competenze del demanio regio.

Non manca tuttavia chi sostiene che Crosia nel XIV secolo era intestata a Nicolò Ruffo, marchese di Crotone, ciambellano alla corte di re Ladislao prima che il Feudo passasse a Polissena Ruffo inserito nella Baronia di Cariati. 

Come per Caloveto, anche per Crosia, meno chiaro, come ci ricorda il Pellicano Castagna2, si dimostrarono le successioni feudali del susseguente trentennio nel quale tuttavia si fa riferimento ai domini del napoletano Tommaso Guindazzo fino al 1471, feudatario anche di Cropalati e Pietrapaola e di Diego Cavaniglia, conte di Montella, dal 1471 al 1472. 

Cerchiamo ora di saperne di più sulle origini di Tommaso Guindazzo. Della famiglia Guindazza o Guindazzo, feudatario di Crosia, alcune più concrete informazioni è stato possibile ricavarle dalle note di don Biagio Aldimari che così espone: «Altri dicono, che sia originaria di Salerno, altri di Sorrento. Dice Elio Marchese, che il primo, che si ritrova di questa famiglia fù Bernillo Medico, che morì nel 1382, come si ha nella Nap. Sacra fol. 20, e che poi in tempo del re Ladislao, che amò Maria Guindazza, crebbero in ricchezze e officii; però lo ritrovo in tempo del re Manfredi, frà feudatari erano i Guindazzi. Sotto Giovanna Prima si ritrovano Giovanni, e Gabriele eletti frà più nobili alla guardia di essa reina, e Lodovico re. Tomaso viveva nel 1268. Il Borrello investigatore della verità, dice, che centocinquanta anni prima, che fosse detto Medico, si ritrovano nobili in Napoli, e possessori di Feudi, e che li Medici in quel tempo erano nobilissimi, possessori di Feudi, & essercitavano officii supremi, e di ciò rapporta molti esempii; e dice, che detto Bernillo fù uno del Consiglio supremo del re. Giulio fù Governadore della Regia Razza di Puglia, morì nel 1589, e fù successore Ascanio suo figliuolo. Ceccarella si casò con il Signor Antonello di Fuscaldo sotto il re Ladislao, fol. 249. Nel 1346, frà Scutiferi Regii, si legge Scipio Guindazzo. Cecco Antonio fù amatissimo del re Alfonso Primo, intimo suo Con¬sigliere, e più volte Ambasciadore. Franceschello Maresciallo del Regno nel 1380. Sergio nel 1348. Cavaliere, Camariere, e familiare della reina Giovanna Prima, Giustitiere, o Vice-re di Sorrento, Somma, Castello a mare, & altri luoghi. Hà posseduto molti Feudi dal 1293, come Mirabella, Cantarello, Castel¬luccio del Samo, Casale del Conte, Canneto, Acquaviva, Samo, Apetina, Acerno, Calabritto, Tegora, Fornello, Pietra Paola, Cropolatio, Crosia, Calveto, & altre. E governi di Provincie, & Ambasciarie, come dice il P. Borrello. Nel 1386. N. Guindazzo fù arcivescovo di Napoli, come dice il Borrello, & il Chioccarello ne’ Vescovi, arcivescovi di Napoli, Francischello Cavaliere in tempo del re Carlo III. Nel 1284 si ritrova Guglielmo Milite. Hanno imparentato con Famiglie no¬bilissime. Godono nobiltà nel Seggio di Nido di Napoli. Hoggi vi è il Ducato di Apellosa havuto à nostri tempi da Don Tomaso Capitan di cavalli, e Regente della G.C. della Vicaria. Scrivono di questa famiglia il Mazzella, il Contarini, Elio Marchese, & il Padre Borrello, Lellis, Sacco nell’Histor di Sessa, & altri3.
Ed è sempre il Pellicano Castagna a parlare anche del dominio di Giovan Francesco Sanseverino, conte di Caiazzo senza però indicarne il periodo. 

Molto più lineare risulta, invece, il percorso che riguarda i domini successivi a cominciare dal 1503 quando Crosia, insieme a Cropalati e Caloveto, venne comprato da Ferdinando d’Aragona, il cui casato ne mantenne il possesso fino al 1593, attraverso le successioni di Ferrante d’Aragona dal 1496 al 1544, Antonio d’Aragona (1544-1549), Pietro d’Aragona (1549-1552), Antonio II d’Aragona (1553-1584), Maria d’Aragona (1585-1593), i cui profili si rivelano identici a quelli già riportati nella descrizione fatta di Caloveto alla quale si rimanda per una opportuna consultazione.  (continua)

BIBLIOGRFIA
1 L. VOLTARELLI, Krusia dalla nascita – Indagine Storica, Tipolitografia Pace, Mirto Crosia 1996. 
2 Cfr M. PELLICANO CASTAGNA, Storia dei Feudi e dei Titoli nobiliari della Calabria, Vol. II CAS – IS, Editrice CBC, Catanzaro 1996.
3 Don B. ALDIMARI, Memorie Historiche di Diverse Famiglie Nobili così Napoletane come Forastiere, Stamperia di Giacomo Raillard, Napoli MDCXCI. 
Cfr. Franco Emilio CARLINO, La Sila Greca. Tra Storia e Feudalità, conSenso Publishing, Rossano 2024. 

Franco Emilio Carlino
Autore: Franco Emilio Carlino

Nasce nel 1950 a Mandatoriccio. Storico e documentarista è componente dell’Università Popolare di Rossano, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e socio corrispondente Accademia Cosentina. Numerosi i saggi dedicati a Mandatoriccio e a Rossano. Docente di Ed. Tecnica nella Scuola Media si impegna negli OO. CC. della Scuola ricoprendo la carica di Presidente del Distretto Scolastico n° 26 di Rossano e di componente nella Giunta Esecutiva. del Cons. Scol. Provinciale di Cosenza. Iscritto all’UCIIM svolge la funzione di Presidente della Sez. di Mirto-Rossano e di Presidente Provinciale di Cosenza, fondando le Sezioni di: Cassano, S.Marco Argentano e Lungro. Collabora con numerose testate, locali e nazionali occupandosi di temi legati alla scuola. Oggi in quiescenza coltiva la passione della ricerca storica e genealogica e si dedica allo studio delle tradizioni facendo ricorso anche alla terminologia dialettale, ulteriore fonte per la ricerca demologica e linguistica