Aic, la protesta degli agricoltori è un termometro del Paese che ha bisogno di ascolto
Elisabetta Santoianni, presidente provinciale dell'Associazione Italiana Coltivatori di Cosenza, al fianco delle aziende che chiedono aiuto e tutela soprattutto verso la concorrenza slaeale dei paesi esteri
COSENZA - «Il mondo agricolo ha bisogno di essere ascoltato ed accompagnato nelle scelte più opportune che tutelino l'impegno e la passione dei produttori che da sempre si spendono per offrire cibi sani, di qualità, che ogni giorno finiscono sulle tavole italiane, nei mercati nazionali e anche internazionali. Soprattutto in Calabria, riconosciuta ormai come prima regione italiana per produzione biologica, la tutela degli agricoltori passi dal consumo consapevole di una filiera corta che preferisca le produzioni locali a quelle straniere che minacciano, in alcuni casi anche in maniera sleale, la grande capacità delle aziende italiane di fare qualità».
Lo afferma Elisabetta Santoianni, presidente provinciale dell'Associazione Italiana Coltivatori di Cosenza, nel partecipare vicinanza e solidarietà al mondo agricolo, che oggi in Calabria sta manifestando sulle piazze di Corigliano-Rossano, Castrovillari, Cosenza, Crotone e Lamezia, in contemporanea alle altre manifestazioni che in tutta Italia riportano l'attenzione sui costi di produzione ormai divenuti insostenibili, sull'aumento sproporzionato del prezzo del gasolio agricolo e delle materie prime, sulla concorrenza sleale dei produttori esteri, sulla mancanza di un adeguato supporto al credito in agricoltura.
«Sono il termometro di un Paese intero che va aiutato - continua Santoianni - con politiche efficaci che, tenendo conto dei parametri europei, tutelino la qualità delle produzioni, spingano i consumatori a scegliere prodotti territoriali e nazionali, ma soprattutto sostengano in maniera strategica un settore che per l'Italia e la Calabria in particolare rappresenta un asse strategico di economia sostenibile, legata anche al turismo esperienziale di cui tanto oggi si parla e che qui può rappresentare una vera chiave di volta per il futuro della regione».
La strada del Farm to Fork che prevede l'abbandono del 10% dei terreni agricoli entro il 2030 e l'abbattimento dei concimi e dei fitofarmaci deve spingere «gli agricoltori della Calabria, che già puntano sul biologico e dunque su una agricoltura di qualità, a realizzare un modello di produttività sostenibile in linea con quanto chiede l'Europa. La sfida è ardua - conclude Santoianni - ma la grande caparbietà e passione degli agricoltori saprà trovare la giusta strada per realizzare gli obiettivi previsti. Ma vanno attuate politiche di sostegno perchè le aziende, alle quali si chiede maggiore sacrificio, possano sentirsi tutelate e difese dal Governo e dalle politiche agricole che metteremo in campo nei prossimi anni».