Dopo tre anni al "Giannettasio" riparte l'attività ordinaria di Chirurgia e delle Sale operatorie
Un passo in avanti verso la "normalizzazione post-covid". O.K anche riorganizzazione della Rianimazione. Il primario Guzzo: «Corigliano-Rossano è uno spoke che lavora come un hub. È il caso di valutare questo aspetto»
CORIGLIANO-ROSSANO - Ogni tanto (non sempre) le buone notizie arrivano anche dagli ospedali spoke di Corigliano-Rossano. I due presidi in continuo e costante affanno, ormai da oltre un decennio, a causa di una mai partita organizzazione interna, inficiata principalmente da ingerenze politiche e campanilismi, sono ad un punto di svolta. Molto dipenderà dai tempi e dalla consistenza del nuovo ospedale della Sibaritide che, si spera, possa aprire i battenti al più presto e concentrare al suo interno tutti i servizi sanitari necessari. A proposito, intanto, dopo tre anni, dall'inizio del lungo periodo pandemico, nello stabilimento del "Giannettasio" a Rossano, riprende l'attività ordinaria di Chirurgia e delle Sale operatorie.
Per più di 36 mesi, infatti, l'area interventistica dello spoke di Corigliano-Rossano ha operato solo in modalità di emergenza, tutta la programmazione ordinaria è rimasta in stand-by. E questo, sostanzialmente, per due motivi. Il primo legato alla contingenza del contesto pandemico che ha ristretto al minimo necessario (si fa per dire) gli accessi per altre patologie in ospedale; l'altro motivo, invece, è strettamente legato alla carenza di medici e alla succitata disorganizzazione interna, a fronte di un'utenza che va oltre le previsioni di uno spoke.
Insomma, dallo scorso 1 aprile, al "Giannettasio" non si opereranno solo le urgenze ma si è ritornati a programmare tutta quella serie di interventi che prima non erano programmabili. E questo, a tutto vantaggio del comfort dell'utenza e di una maggiore qualità del servizio sanitario.
A dare la buona notizia è il direttore dell'unità operativa complessa di Chirurgia, Guglielmo Guzzo, che pone subito un inciso: «Non è che in questi tre anni non abbiamo lavorato, anzi. Abbiamo fatto tanto lavoro ma sempre in condizioni di emergenza, non solo per il paziente ma anche nella gestione dell'attività medica. La vera e più importante questione - puntualizza il primario di Chirurgia - è che gli ospedali di Corigliano-Rossano operano come unico spoke ma in realtà hanno esigenze e una richiesta di servizi uguali ad un hub. È opportuno - precisa - che su questo si apra una seria e ampia riflessione». E le parole di Guzzo sono quanto di più concreto, in realtà, si registri da tempo in questo territorio. Innanzitutto le distanze reali tra i presidi jonici e l'hub di Cosenza che imporrebbe, per forza di cose, di rivedere l'insediamento di nuove specialistiche, soprattutto sul piano dell'emergenza-urgenza. Non solo, a pesare come un macigno su questa situazione degli ospedali spoke di Co-Ro, non sono solo le loro distanze rispetto all'Annunziata ma anche e soprattutto il volume dell'utenza. Lo ricorda bene Guzzo: «I due presidi di Corigliano-Rossano hanno un'utenza di gran lunga maggiore a quella di Cosenza che, però, oggi per la cura specifica delle patologie deve comunque spostarsi nella città capoluogo perché qui mancano molti rami specialistici».
La speranza, lo dicevamo in premessa, è il nuovo ospedale della Sibaritide, il primo che nascerà in Calabria (e forse in Italia) ad assolvere a quelle che sono le nuove e ultime direttive del recente Piano sanitario nazionale.
Ritornando, però, alla notizia di oggi e, quindi, alla riapertura della fase ordinaria del Reparto di Chirurgia emerge un altro importante dato. Se la lunga parentesi straordinaria dell'urgenza oggi viene chiusa è anche perché il management sanitario dell'Asp di Cosenza, guidato da Antonello Graziano, è riuscito a garantire nuove certezze ad un'altra unità operativa, da sempre in affanno, dello spoke di Corigliano-Rossano. Parliamo dell'Uoc di Rianimazione e Terapia Intensiva, probabilmente l'area medica più deficitaria da sempre di personale sanitario. Da qualche settimana è stato individuato il nuovo responsabile, nella figura del dottore Giuseppe Rotunno, che ha messo subito ordine all'interno di un quadro organizzativo di difficile gestione proprio per l'esiguità di personale. Che - ricordiamo - è costretto a rimbalzare dall'uno all'altro ospedale della grande città jonica. Una delle tante stramberie della disorganizzazione sanitaria che attanaglia i presidi del "Compagna" e del "Giannettasio".