In fiamme un'abitazione a Castroregio, l’emergenza arriva tardi: così l’entroterra resta indifeso
Un’ora per raggiungere una casa che brucia nel cuore del Pollino. Strade impraticabili, distanze infinite e servizi lontani: un caso che riaccende l’allarme sulla sicurezza dell'entroterra e sulla necessità urgente di presìdi di prossimità
CASTROREGIO – Il fuoco che nella tarda serata di ieri ha quasi distrutto un’abitazione nel piccolo comune arbëreshë di Castroregio, nel cuore del Pollino, non è soltanto un fatto di cronaca. È una fotografia crudele e limpida di una fragilità strutturale che il nord-est della Calabria continua a pagare ogni giorno: l’isolamento, le strade impraticabili, la distanza reale – non solo geografica – dai servizi essenziali.
I soccorsi dei Vigili del Fuoco, partiti dal distaccamento di Corigliano-Rossano, sono arrivati sul posto dopo quasi un’ora dall’attivazione dell’emergenza. Un tempo infinito quando le fiamme divorano una casa. Un ritardo aggravato dalla concomitanza con un altro incendio divampato a Tarsia (leggi qui la notizia), che ha ulteriormente messo sotto pressione un dispositivo di emergenza già al limite.
Ma ridurre tutto alla sfortuna o alla casualità sarebbe un errore. Perché quanto accaduto a Castroregio mette in luce almeno due nodi strutturali che da anni vengono denunciati senza ottenere risposte adeguate.
Il primo riguarda le vie di comunicazione. Raggiungere molti centri dell’entroterra significa affrontare strade strette, dissestate, tortuose, spesso pericolose. Pochi chilometri che diventano decine di minuti, talvolta ore. Una condizione che, in caso di emergenza, può trasformarsi in una condanna. Castroregio è uno degli esempi più evidenti di come la marginalità infrastrutturale non sia un concetto astratto, ma un fattore che incide direttamente sulla sicurezza delle persone.
Il secondo aspetto, ancora più decisivo, riguarda la necessità di servizi di prossimità. Un territorio con una conformazione orografica complessa, con borghi sparsi e collegamenti deboli, non può dipendere esclusivamente da presìdi lontani decine di chilometri. Ha bisogno di una rete diffusa, stabile, capace di intervenire in tempi compatibili con la tutela della vita e dei beni.
È in questo quadro che si inserisce la battaglia istituzionale per l’istituzione di un distaccamento stabile dei Vigili del Fuoco a Trebisacce, sostenuta con forza dal sindaco di Trebisacce Franco Mundo. Una rivendicazione che va ben oltre i confini comunali e che riguarda l’intero comprensorio del nord-est calabrese, dall’Alto Jonio al Pollino. Non una richiesta campanilistica, ma una risposta logica a un vuoto strutturale evidente.
L’incendio di Castroregio, per fortuna, non ha causato vittime. Ma lascia dietro di sé macerie materiali e una domanda che non può più essere rinviata: quanto vale la sicurezza di chi vive nell’entroterra? Continuare a ignorare questa domanda significa accettare che esistano cittadini di serie B, costretti ad aspettare troppo anche quando ogni minuto conta.