Carenza farmaci: «Le guerre mettono tutto a rischio ma per ora in Calabria non ci sono problemi»
All'Eco dello Jonio parla Erminia Sansone, responsabile delle forniture ospedaliere per l'Asp di Cosenza: «È un allarmismo eccessivo e fuorviante». E aggiunge: «Non abbiamo e non avremo nessun problema con i principi attivi»
CORIGLIANO-ROSSANO - E se si stessero gettando le basi per preparare il terreno ad un aumento trasversale del prezzo dei farmaci? Perché se è vero che alcuni medicinali scarseggiano nelle farmacie, è altrettanto vero che gli equivalenti si trovano eccome. Eppure Aifa denuncia la carenza di oltre 3mila medicinali, Federfarma lancia l’allarme e Farmindustria getta benzina sul fuoco: «si registrano negli ultimi mesi incrementi nelle carenze di farmaci dovuti alla mancanza di materie prime come carta, vetro, alluminio. Chiediamo al nuovo governo una cabina di regia su una strategia farmaceutica sanitaria nel Paese».
Ma davvero la situazione è così grave? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Erminia Sansone, responsabile di tutta l’aerea farmaceutica ospedaliera per l’Asp di Cosenza.
Le risulta questa carenza di farmaci denunciata negli ultimi giorni?
«Senza dubbio la pandemia ha evidenziato le difficoltà commerciali di qualche ditta, tuttavia trovo questo allarmismo del tutto infondato. È vero che si sono registrate negli scaffali carenze di alcuni prodotti a base di ibuprofene o di altri principi attivi, ma a mancare - fa notare la dirigente ponendo l’accento sulle dovute differenze - è il farmaco di questo o di quel marchio e non il principio in sé. Dunque possiamo tranquillamente sostituire con gli equivalenti».
E allora perché tutto questo allarmismo?
«Forse si teme che in futuro il conflitto in atto possa effettivamente causare una difficoltà nel reperire farmaci…»
Lei dice?
«Beh, i continui rincari sulle materie prime e la difficoltà di approvvigionamento delle stesse, sta provocando ritardi anche nel confezionamento. Ci sono aziende che hanno problemi con i blister o con il vetro. D’altronde basta guardarsi intorno per capire che è aumentato tutto».
Ipotizzando per astratto che un domani effettivamente venissero a mancare i farmaci intesi come principio attivo, dunque materia prima, cosa potrebbe fare il Sistema Sanitario per fronteggiare l’emergenza?
«Ben poco. Finché si dovesse trattare di farmaci palliativi, allora si potrebbe aggirare il problema. Qualora a mancare dovessero essere dei farmaci terapeutici, saremmo in serie difficoltà».
Al netto delle proiezioni più o meno fantascientifiche ci pare di capire, stando almeno alle parole di chi vive appieno la realtà farmaceutica del nostro territorio, che questo allarmismo non solo sia esagerato ma anche fuorviante. Molto rumore per nulla. Oppure, e ad avere la peggio in tal caso sarebbero le tasche degli italiani, tanto clamore per ritoccare al rialzo i prezzi di tutti i farmaci: il caro vita è maledettamente democratico da non fare sconti a niente e nessuno, salute compresa.