Parte "Patir", un cammino di conoscenza e valorizzazione insieme a Unesco
Si è svolta nella Sala degli Stemmi, a Rossano centro storico, l'assemblea di presentazione del progetto "Patir" per la valorizzazione consapevole del patrimonio culturale. Un progetto di visione e maturità
CORIGLIANO-ROSSANO - Si è svolta nella Sala degli Stemmi, nella dimora del Codex, l'assemblea di presentazione del progetto "Patir", che punta alla valorizzazione consapevole del patrimonio culturale bizantino. Un progetto di visione e maturità collettiva, che ha coinvolto istituzioni, realtà imprenditoriali e cittadini.
«Il tempo della passività, dell'attesa, è ormai finito- dichiara Alessandra Mazzei, presidente di Rossano Purpurea- è arrivato il momento in cui la società diventi custode dell'eredità dei nostri padri, cioè del nostro patrimonio culturale. Noi siamo i primi turisti della nostra terra, per questo abbiamo scelto il Patire per questo percorso: è un luogo inclusivo, ambientale, spirituale, che unisce e non divide».
Nell'incontro pomeridiano di presentazione, moderato da Marco Lefosse, direttore dell'Eco dello Jonio, intervengono molteplici personalità di rilievo, per raccontare uno squarcio di bellezza, per ricordare un pezzo di storia, per aggiungere valore e per provare a mettere sul tavolo della discussione anche domande dalle quali ripartire.
All'incontro interviene anche il professor Antonio Bevacqua, che ricorda come il nostro territorio sia intriso di cultura musicale, dando vita ad antichi strumenti del passato, che tornano a suonare per l'evento. Così l'aria si riempie del suono della zampogna, della chitarra battente e dell'organetto.
La parola passa all’Arcivescovo Mons. Maurizio Aloise, che rimette l'accento sulla parola custodire, per ricordare che noi non siamo i padroni delle nostre bellezze, ma siamo coloro che hanno il compito di prendersene cura. In questo percorso di valorizzazione c'è bisogno di camminare insieme, partendo dal basso, per accostarci al nostro patrimonio con intelligenza.
Il vicesindaco di Corigliano-Rossano Maria Salimbeni, che porta i saluti del sindaco Flavio Stasi, sottolinea il diritto dei cittadini ad avere beni culturali custoditi. Il Patire, inoltre, è il luogo simbolo dell'unione, che mette insieme le due realtà di Corigliano-Rossano ed è uno dei luoghi identitari da raccontare.
Il Direttore del Segretariato Regionale del MiC Calabria, Salvatore Patamia, ricorda l'importanza del dialogo con le nuove generazioni. Abbiamo la responsabilità di tramandare i nostri patrimoni culturali ai giovani - dichiara Patamia - ma dobbiamo anche imparare da loro, perchè hanno una sensibilità profonda verso i beni comuni.
La parola passa alla dottoressa Maria Domenico Lo Faro, Funzionaria Archeologa del Parco archeologico di Sibari, che ricorda come il percorso da fare sia centrato sull'ascolto della comunità e sulla consapevolezza del valore culturale della nostra terra.
Interviene Fortunato Amarelli, che da imprenditore pone l'accento sulla necessaria capacità di creare benesere. In un mondo globale e omologato- conclude Amarelli- ciò che fa la differenza è l'unicità. Siamo una terra ricca di prodotti unici ma dobbiamo ricordare che anche i nostri beni culturali sono unici e irriproducibili.
A concludere questo incontro di discussione e di analisi, arrivano gli interventi della dottoressa Patrizia Nardi, storica, esperta UNESCO nella valorizzazione del patrimonio immateriale e culturale e nelle Candidature e dell’architetto Francisco Javier Lopez Morales, Direttore del Dipartimento del Patrimonio Mondiale dell’INAH (Istituto Nazionale di Antropologia e Storia) del Messico, Facilitatore Unesco per quanto riguarda l’ICH (Intangible Cultural Heritage).
Da quello che ho potuto ascoltare oggi, credo di trovarmi davanti ad una comunità matura. La consapevolezza è uno dei fattori da prendere in considerazione quando si parla di percorsi Unesco o di future Candidature. Io non credo che una candidatura Unesco trasformi tutto in un brand, credo che il focus sia sempre da mettere sul percorso che si fa per arrivare alla meta, sulla comunità che si prende la responsabilità di curare un bene culturale. Sicuramente è arrivato il momento di agire: la Calabria, terra che conosco molto bene, essendo stata materia di studio personale, dovrebbe essere attenzionata e selezionata per un Percorso Unesco. Sicuramente è arrivato il momento in cui tutti ci mettiamo a disposizione.
Chiude l'incontro l’architetto Francisco Javier Lopez Morales, con poche ma importanti parole:
La nostra è una memoria critica, abbiamo il dovere di porci domande difficili: cosa non abbiamo fatto bene? Dove possiamo migliorare?
Stiamo lavorando su un programma di memorie del mondo, che raccoglie biblioteche, fototeche e documenti, per mantenere in vita la cultura e sopratutto l'organizzazione della cultura. Dalle parole che ho sentito oggi, sicuramente l'Italia e anche la Città di Corigliano-Rossano sono degne di attenzione.
Il progetto "Patir" continua nelle giornate del 27 e 28 maggio, con panel di studio e discussione, con esperti e professori della cultura, della storia dell'arte, immersi nella natura.