5 ore fa:Buona la "prima", conclusa con successo l'edizione 2025 di Pollino Orienteering
11 minuti fa:Commissariato di Co-Ro «elevato a Distretto, ma solo sulla carta. Una sola pattuglia per 80 mila abitanti»
4 ore fa:Trebisacce, sabato un convegno sulla Libertà di Stampa
41 minuti fa:«Il Laboratorio Analisi di Corigliano è a rischio chiusura»
1 ora fa:Corigliano-Rossano: grande partecipazione per la 34^ Corri e Cammina
1 ora fa:Immigrazione nella Calabria del nord-est: ecco i numeri di un fenomeno in crescita
3 ore fa:Domani il congresso di Europa Verde-Verdi per rinnovare gli organi direttivi
3 ore fa:Borghi Autentici, Villapiana pronta a celebrare la festa compatronale di San Francesco di Paola
4 ore fa:Angelica Pizzuti è la nuova coordinatrice di Azione Mandatoriccio
2 ore fa:Trasversali Jonio-entroterra, per Mazza «decenni di promesse abortite sull'altare del volere centralista»

Covid, cassieri e commessi in prima linea ma senza vaccino

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Giusto vaccinare i dipendenti comunali, giustissimo vaccinare i volontari ma probabilmente sarebbe altrettanto essenziale rendere immuni dal Covid anche altre categorie ad alto rischio che da più di un anno, ormai, vivono a contatto diretto con il pubblico e con il virus. Stiamo parlando dei commessi e dei cassieri: donne e uomini che da marzo scorso continuano a lavorare come formiche tra gli scaffali dei supermercati e dei negozi, dietro le casse a contatto diretto con il pubblico. Con migliaia di persone.

Molti di loro giovani che altrimenti non avrebbero di che vivere, fanno il loro mestiere con il sorriso e, spesso, beffando il destino. Anche perché, se leggende metropolitane che circolano ultimamente fossero vere, quelle cioè di persone incoscienti, positive e asintomatiche che girerebbero indisturbate anche tra gli utenti delle attività commerciali, questi operatori sarebbero ad alto rischio.

Chi pensa a loro? Nel solo territorio di Corigliano-Rossano le persone che lavorano come cassieri o commessi sono circa un migliaio. Perché non si prevede anche per questi lavoratori una campagna di vaccinazione a tappeto? Così come è stato fatto per docenti, dipendenti comunali ed alcune associazioni di volontariato particolarmente esposte?

Si potrebbe utilizzare il vaccino “proletario” – come lo ha definito sinteticamente Antonello VendittiAstraZeneca di cui si hanno più dosi e non è indicato per le persone più vulnerabili. Ma che, invece, andrebbe benissimo per le fasce più giovani.

È questa anche la proposta che in queste ore avrebbe avanzato il consigliere comunale di maggioranza Domenico Rotondo, che ha chiesto al primo cittadino di prevedere un’azione di vaccinazione a tappeto soprattutto tra i supermercati e i negozi di generi alimentari della città.  

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.