1 ora fa:Al Lago di Tarsia tre giorni di studio e confronto con la ZPS Palude di Torre Flavia
2 ore fa:Cassano, Falbo (PD): «Segnali positivi in una Giunta che va oltre le appartenenze»
3 ore fa:A Saracena si rinnova la tradizione della Festa della Tarantella calabrese
12 minuti fa:Uno spazio di crescita e condivisione: domani verrà inaugurata la "Cittadella dei Bambini e dei Ragazzi"
2 ore fa:Poste Italiane, al via i lavori Polis all'ufficio di Cariati Marina
4 ore fa:«La città a ferro e fuoco. Non possiamo restare indifferenti»
1 ora fa:Pina Amarelli eletta vicepresidente nazionale di Ande
4 ore fa:Gli studenti del Majorana in prima linea contro il bullismo
5 ore fa:A San Demetrio Corone un tributo a Sandro Castellana
37 minuti fa:Sospesa temporaneamente la licenza ad un noto locale della movida di Sant'Angelo

Covid, cassieri e commessi in prima linea ma senza vaccino

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Giusto vaccinare i dipendenti comunali, giustissimo vaccinare i volontari ma probabilmente sarebbe altrettanto essenziale rendere immuni dal Covid anche altre categorie ad alto rischio che da più di un anno, ormai, vivono a contatto diretto con il pubblico e con il virus. Stiamo parlando dei commessi e dei cassieri: donne e uomini che da marzo scorso continuano a lavorare come formiche tra gli scaffali dei supermercati e dei negozi, dietro le casse a contatto diretto con il pubblico. Con migliaia di persone.

Molti di loro giovani che altrimenti non avrebbero di che vivere, fanno il loro mestiere con il sorriso e, spesso, beffando il destino. Anche perché, se leggende metropolitane che circolano ultimamente fossero vere, quelle cioè di persone incoscienti, positive e asintomatiche che girerebbero indisturbate anche tra gli utenti delle attività commerciali, questi operatori sarebbero ad alto rischio.

Chi pensa a loro? Nel solo territorio di Corigliano-Rossano le persone che lavorano come cassieri o commessi sono circa un migliaio. Perché non si prevede anche per questi lavoratori una campagna di vaccinazione a tappeto? Così come è stato fatto per docenti, dipendenti comunali ed alcune associazioni di volontariato particolarmente esposte?

Si potrebbe utilizzare il vaccino “proletario” – come lo ha definito sinteticamente Antonello VendittiAstraZeneca di cui si hanno più dosi e non è indicato per le persone più vulnerabili. Ma che, invece, andrebbe benissimo per le fasce più giovani.

È questa anche la proposta che in queste ore avrebbe avanzato il consigliere comunale di maggioranza Domenico Rotondo, che ha chiesto al primo cittadino di prevedere un’azione di vaccinazione a tappeto soprattutto tra i supermercati e i negozi di generi alimentari della città.  

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.