Regionali, Irto accetta la candidatura per il centrosinistra ma lancia un appello a De Magistris: «Andiamo tutti insieme»
Ma nella "proposta" irrompe Tansi: «Nessun passo di lato il nostro candidato è e rimane il sindaco di Napoli». Intanto anche per questa proposta c'è l'ultimatum delle 48 ore
CATANZARO - Il centrosinistra sceglie il suo portabandiera per le elezioni regionali dell'11 aprile prossimo. Il nome, lo anticipavamo nelle settimane scorse, è quello di Nicola Irto, oggi consigliere regionale e nella passata legislatura a guida Oliverio presidente dell'Assise di palazzo Campanella. Un nome spendibile, giovane e di prospettiva. Una candidatura, però, che probabilmente arriva nel momento più critico per l'area democratica calabrese e per lo stesso Pd, dilaniato da mille lotte intestine, con tantissimi esiliati e che oggi quasi certamente non può contare più nemmeno sulla forza di un alleato come il Movimento 5 Stelle, alle prese - soprattutto in Calabria - con un epocale "taglio di teste" post fiducia al governo Draghi.
Non solo, a guastare la festa al Partito democratico (principale azionista del centrosinistra in Calabria) si ci sono messi anche Carlo Tansi e l'ex Pm e sindaco di Napoli Luigi De Magistris. La loro alleanza confluita nel Polo Civico creerà diversi problemi al blocco delle sinistre (a dire la verità anche al centro destra) anche perché l'elettorato a cui oggi parlano De Magistri-Tansi è quello democratico-movimentista-riformista.
Ecco perché Nicola Irto, immolandosi per la causa democrat, proprio ieri ha teso la mano al sindaco di Napoli oggi candidato in Calabria, con l'obiettivo di costruire un fronte largo capace di contrapporsi al centrodestra, che anche questa volta dovrebbe presentarsi più unito che mai all'appuntamento elettorale.
«Se si azzerano entro 48 ore tutte le autocandidature fin qui emerse nell'ambito del centrosinistra - ha detto Irto - e si configurerà una soluzione unitaria e definitiva, chiederò io stesso al mio partito di sospendere e, dopo se necessario, di cancellare la mia candidatura a presidente ».
Sarebbe una mossa - scrive Antonio Ricchio stamani su Gazzetta del sud - studiata per mettere nell'angolo coloro che finora hanno propugnato una linea di rottura rispetto al sistema dei partiti tradizionali e per scaricare, nel caso in cui il tentativo dovesse rivelarsi un fallimento, sull'ex pm le responsabilità dello strappo.
Insomma, due giorni di meditazione e riflessione. Riflessione che, però, sarebbe già consumata per Carlo Tansi, il maggior azionista di De Magistris, che ha rinunciato alla sua candidatura per sostenere quella dell'ex magistrato di Catanzaro. «Nessun altro passo di lato - ha detto il geologo - il nostro candidato alla Presidenza resta Luigi. Tutto ciò mi sembra un segnale di debolezza da parte del Partito democratico, che attende il rinvio delle elezioni».