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Allarme sangue, nell'ospedale spoke di Corigliano-Rossano sono finite le scorte e i donatori scarseggiano

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CORIGLIANO-ROSSANO - Ne avevamo scritto nel maggio di quest’anno, quando l’Italia stava uscendo dalla prima ondata. Siamo arrivati al crepuscolo del 2020, il contagio galoppa con numeri a cinque cifre ma, pericolosamente, il sangue continua a mancare. Anche a causa della percezione di pericolosità che fanno trapelare i nostri ospedali, sempre più zone grige dove è facile infettarsi.

La paura del virus ha tenuto lontani i malati No Covid dalle cure e dallo screening. Ma il dato che più dovrebbe far riflettere - e fa bene ricordarlo a mesi di distanza - è quello dello STAT Magazine quando, nell’aprile scorso, denunciava come le donazioni di sangue erano precipitate in tutto il mondo, facendo così rinviare trapianti e operazioni chirurgiche, con le conseguenze nefaste. 

Se a maggio la situazione poteva definirsi sotto controllo, per via delle riserve accumulate dai vari presidi ospedalieri, nelle ultime settimane la preoccupazione nei centri trasfusionali di tutta Italia è tangibile, Corigliano-Rossano compresa.

Infatti, l'afflusso dei donatori ai centri di raccolta è scarso e se questo trend continua, si rischia di non riuscire a soddisfare le richieste trasfusionali del territorio e di ingolfare gli ospedali per le eventuali complicanze dovute all’aggravarsi dell’anemia. 

Donare il sangue è sicuro e non ha alcuna controindicazione, a confermarlo è la dottoressa Filomena Spina, referente del centro trasfusionale di Rossano.

«I centri di raccolta – ci dice - sono attrezzati e organizzati per garantire a scopo precauzionale tutte le misure di sicurezza per il donatore e il personale, relativamente all’infezione da SARS-CoV-2. Inoltre, non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la trasmissione trasfusionale di Covid-19. Inoltre, i virus appartenenti alla stessa famiglia come Sars e Mers non sono mai stati trasmessi con il sangue». 

Chi ha contratto il Covid-19, può donare dopo la guarigione? «In caso di positività in forma sintomatica – ci risponde la dottoressa - si può donare solo dopo un tampone con esito negativo che dovrà essere effettuato tre giorni dopo la scomparsa di tutti i sintomi ad eccezione delle alterazioni del gusto e dell’olfatto che possono protrarsi per parecchio tempo dopo la guarigione dalla malattia». 

Inoltre, grazie al contributo di Fratres e Avis, saranno garantiti test sierologici ai donatori che daranno consenso.

Un esame che avrà un duplice scopo: diagnosticare la presenza di anticorpi utili al contrasto del Covid-19 e, se così fosse, la possibilità di poter donare anche il plasma iperimmune.

Dunque, affinché il virus non fermi le donazioni appuntamento per domenica 20 dicembre, presso il centro trasfusionale del “Giannettasio” di Rossano. Numero per la prenotazione: 0983517325. Tutti possono donare, basta essere maggiorenni, non oltre i 70 anni, pesare almeno 50 kg e rispettare tutti i criteri di sicurezza anti contagio.

Josef Platarota
Autore: Josef Platarota

Nasce nel 1988 a Cariati. Metà calovetese e metà rossanese, consegue la laurea in Storia e Scienze Storiche all’Università della Calabria. Entra nel mondo del giornalismo nel 2010 seguendo la Rossanese e ha un sogno: scrivere della sua promozione in Serie C. Malgrado tutto, ci crede ancora. Ha scritto per Calabria Ora, Il Garantista, Cronache delle Calabrie, Inter-News, Il Gazzettino della Calabria e Il Meridione si è occupato anche di Cronaca e Attualità. Insegna Lettere negli istituti della provincia di Cosenza. Le sue passioni sono la lettura, la storia, la filosofia, il calcio, gli animali e l’Inter. Ha tre idoli: Sankara, Riquelme e Michael Jordan.