di ROSSELLA MOLINARI La riorganizzazione è compiuta.
Varato il decreto di riorganizzazione della rete ospedaliera del
Commissario regionale alla sanità Massimo Scura che, come ampiamente annunciato, prevede anche la
rimodulazione delle unità operative dell’ospedale spoke Corigliano-Rossano. Il decreto dovrà ora essere recepito dalle Asp, che possono produrre eventuali osservazioni entro 90 giorni. I due ospedali, lo ricordiamo, dal 2011 si sono visti riconoscere lo status di “spoke”, divenendo un unico presidio ospedaliero in due stabilimenti. E già all’epoca ebbe inizio il primo trasferimento dei reparti. Nella città ausonica, venne inoltre ubicato il punto nascite, finora unico per l’intera Sibaritide, l’area ricadente nel bacino dell’ex Azienda sanitaria n. 3. E se
il punto nascite restasse a Corigliano, diminuirebbe, con la riforma di Scura, il bacino d’utenza, considerato che tutta l’area dell’Alto Jonio, con la riapertura del “Chidichimo” di Trebisacce quale ospedale di zona disagiata, è collegata non più con lo spoke Corigliano-Rossano bensì con lo spoke di Castrovillari. Una decisione, questa, destinata a suscitare non poche perplessità. Ma torniamo al decreto e all’allegato 1 nel quale è illustrata la suddivisione delle unità operative, effettuata con l’intenzione di razionalizzare le risorse e incrementare l’efficienza delle prestazioni sanitarie. Certo, in questi anni, dopo la prima riforma, varata anche quella tra polemiche, levate di scudi e qualche protesta, non sono mancati, e non mancano tuttora, i disagi legati ad ataviche carenze sul piano infrastrutturale, in termini di risorse umane e, ancora di più, sul fronte dei posti letto (assegnati e attivati) che, soprattutto in alcuni periodi di maggiore morbilità, si rivelano insufficienti a soddisfare le esigenze dell’utenza. Oggi, la riorganizzazione messa a punto dal Commissario Scura, che tanto ha fatto e fa tuttora discutere la politica, va nella direzione, almeno nelle intenzioni, di efficientare l’offerta sanitaria. Restano tuttavia delle
perplessità sulla logica sottesa ad alcune scelte, che potrebbe sembrare più frutto di pressioni che di efficienza vera e propria. Ma tant’è! Era stato lo stesso Commissario
ad acta ad anticipare nel corso di un’intervista rilasciata a
L’Eco dello Jonio, l’intenzione di costituire il Dipartimento chirurgico presso l’ospedale “Nicola Giannettasio” di Rossano e il Dipartimento medico presso il “Guido Compagna” di Corigliano, includendo qui anche il Dipartimento materno-infantile la cui ipotesi di trasferimento aveva sollevato un nugolo di proteste. E per mantenere a Corigliano il polo materno-infantile, il Commissario ha previsto, a supporto, una struttura semplice di Chirurgia. Ma vediamo, nello specifico, come saranno rimodulati i reparti:
AREA CHIRURGICA A Rossano: Chirurgia Generale, con 40 posti letto; Ortopedia e Traumatologia (20 posti letto); Urologia (10 posti letto); Oculistica; Otorinolaringoiatria. Sono inoltre previsti 8 posti letto Day Surgery in entrambi i presidi ospedalieri.
EMERGENZA-URGENZA A Rossano: Mcae (medicina chirurgia accettazione emergenza) con 8 posti letto, più 5 di osservazione breve (Obi). Pronto soccorso e Obi sono previsti anche a Corigliano.
AREA MATERNO-INFANTILE A Corigliano: Nido, con 10 posti letto; Ostetricia-Ginecologia (30 posti letto); Pediatria (20 posti letto).
AREA MEDICA A Corigliano: Cardiologia (18 posti letto); Medicina generale (30 posti letto); Neurologia (10 posti letto); Psichiatria (16 posti letto). A Rossano: Allergologia; Nefrologia (10 posti letto); Emodialisi (14 posti letto); Oncologia. In entrambi i presidi ospedalieri, sono inoltre previsti 4 posti letto di Day Hospital.
TERAPIE INTENSIVE A Rossano: Terapia Intensiva (Rianimazione) con 10 posti letto. A Corigliano: Unità coronarica con 7 posti letto.
MEDICINA DIAGNOSTICA E SERVIZI A Rossano: Anatomia patologica; Radiologia; Laboratorio analisi; Servizio trasfusionale.
POST ACUZIE A Rossano: Recupero e Riabilitazione, con 20 posti letto; Lungodegenti.
SUPPORTO A Rossano: Farmacia ospedaliera; Direzione medica presidio ospedaliero.
SI RISCHIA DI RIVIVERE LA STESSA BEFFA DEL TRIBUNALE Completamente
ridisegnata la geografia ospedaliera dove, a ben vedere,
la Sibaritide non esiste più. Già la riorganizzazione dei distretti sanitari aveva suddiviso la zona in Jonio Nord e Jonio Sud; oggi, la rimodulazione della rete ospedaliera disegna ambiti geografici inediti. Un processo che alla lunga potrebbe rivelare non poche
insidie per la Sibaritide, sia per quel che riguarda la futura permanenza dello spoke sia per ciò che concerne il nuovo ospedale e la dotazione di risorse. L’intera area dell’Alto Jonio afferente al “Guido Chidichimo” di Trebisacce, che Scura ha riaperto quale “presidio ospedaliero di zona disagiata”, non sarà più collegata con l’ospedale spoke Corigliano-Rossano bensì con quello di Castrovillari.
L’asse quindi si sposta verso il Pollino, mentre
confluisce sullo Jonio l’ospedale “Beato Angelo” di Acri, anch’esso presidio ospedaliero di zona disagiata, il quale dovrà, così come prevede il piano di Scura, far riferimento allo spoke Corigliano-Rossano. E
come la mettiamo con le distanze? Per fare un esempio concreto, se un paziente giunge all’ospedale di Acri e ha bisogno di una qualsiasi consulenza specialistica, dovrà essere trasferito a Rossano, anche in emergenza, percorrendo circa 47 chilometri. È facile comprendere come si stiano man mano allontanando, e in maniera pericolosa, i presidi ospedalieri, in termini di collegamenti e tempi di percorrenza. Mentre quello che fino a qualche anno fa era l’ambito territoriale più vasto, la Sibaritide appunto, oggi è completamente spaccato.
Vien quasi da chiedersi se abbia ancora senso chiamare il nuovo presidio (sempre che si realizzi) “ospedale della Sibaritide”. Così come viene da chiedersi
quali saranno le ripercussioni sullo spoke Corigliano-Rossano, che in futuro potrebbe anche rischiare di essere soppresso o
“relegato” al rango di ospedale di base. L’auspicio, insomma, è che non si ripeta la stessa “beffa” del Tribunale, con la certezza in tasca fino alla sera prima e la batosta del mattino dopo. Occorre, pertanto, essere
vigili e non abbassare la guardia, per
non farsi sopraffare dalla “lungimiranza” di altri territori che, evidentemente, godono anche di una più autorevole rappresentanza. Il rischio è che, ancora una volta, le rassicurazioni si trasformino in bolle di sapone, mentre, a parte qualche eccezione,
la politica non si indigna e i rappresentanti istituzionali di quest’area guardano altrove. Eppure, questa ipotesi serpeggia già da un po’, essendo contenuta anche nella “Programmazione attività aziendali con definizioni di obiettivi” per il 2015, redatta dall’allora Commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, Gianfranco Filippelli, che prevedeva la rimodulazione dell’area Jonio Nord, con l’inserimento del “Guido Chidichimo” di Trebisacce nella rete ospedaliera e con il collegamento all’ospedale spoke di Castrovillari. E se si considera il contenuto del Decreto Stato-Regioni che prevede al massimo due spoke per ambito provinciale, si può ben comprendere la ragione della preoccupazione di questo territorio. In pratica, la zona dell’Alto Jonio verrà “spostata” verso lo spoke della città del Pollino,
“sottraendo” circa 60mila abitanti al territorio servito da Rossano/Corigliano, che rischierebbe quindi di perdere i “numeri”: tra i requisiti per l’individuazione di un ospedale spoke, infatti, vi è anche quello relativo al bacino d’utenza, che deve essere compreso tra i 150mila e i 200mila abitanti. E se lo stesso commissario Scura dà rassicurazioni, ribadendo che gli ospedali spoke resteranno tre (Rossano/Corigliano, Castrovillari, Paola-Cetraro), la questione non va assolutamente sottovalutata prima che sia troppo tardi, senza tralasciare che i posti letto e tutte le risorse del nuovo ospedale verranno assegnati anche in base al numero di abitanti servito dallo spoke. Insomma, un
effetto domino non indifferente che esige la massima attenzione. Per non ripetere gli stessi errori e le stesse “leggerezze” del passato.