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San Nilo da Rossano, il protettore della città sempre in cammino

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Il X e XI secolo rappresentano per Rossano il periodo del dominio Bizantino nella sua massima espansione sia amministrativa che economica. È questo il periodo della nascita (910 d.C.) di Nicola della famiglia dei Maleinos, nobili di Rossano originari dell’Asia Minore. Nicola che intanto si distingueva per le spiccati doti oratorie, si unì in matrimonio con una fanciulla povera del paese ed ebbe una figlia. Ma la sua vera vocazione era la vita monastica, partì per quei luoghi che risuonavano di ascesi e ritiro spirituale per uomini e donne. Trovò la sua dimora sui monti del Mercure, dove sorgevano vari monasteri ed in uno di questi si ritirò Nicola. Giunto poi in un monastero nel Salernitano, fermamente convinto della sua scelta di vita fatta di privazioni e preghiere, prese il nome di Nilo. Ritornato nel Mercure la fama di Nilo e della sua integrità morale si espandeva come il monaco vestito solo di pelle caprina. Da qui in poi iniziarono i suoi viaggi per Roma per consultare libri ed importarli per colmare i cenobi di Calabria. Intanto le terribili scorribande dei Saraceni che impazzavano (952-953), lo costrinsero a ripartire. Il 970 è l’anno del devastante terremoto che seminò morte e distruzione a Rossano e qui Nilo sentì l’esigenza di portare conforto alla sua gente. Arrivato, se ne andò turbato per l’assenza di morale. I suoi prodigi erano noti e le sue profezie incutevano anche timore, tant’è che a lui si devono eccellenti conversioni. Nel 976 salvò i suoi cari concittadini dall’ira dell’imperatore bizantino Niceforo sedotto dalle parole di pace di Nilo. Il suo viaggio continuava tra i Principati longobardi: da Capua arrivò nei pressi di Gaeta nel monastero di Serperi. Qui dà vita negli anni 981-994 ad una grossa comunità di amanuensi in cui arriva anche Basilio (San Bartolomeo da Rossano) considerato come il cofondatore della Badia di Grottaferrata e suo biografo. L’incontro commovente con l’imperatore Ottone III resterà una tappa importante che segnerà l’ultimo anno della sua vita. Nel 1004 stava per avvicinarsi al luogo che sarà della sua sepoltura, la Grottaferrata vicino Roma che lui già conosceva per divina rivelazione. Gli viene donata dal principe Gregorio di Tuscolo una porzione di terra, la Cryptaferrata vista come luogo per l’unità della chiesa e dove lui si spegnerà il 26 settembre del 1004. La sua voce però continuò a camminare, i suoi splendidi libri e la sua tecnica di scrittura dettero vita ad uno stile “Rossanese”, il santo Nilo che ci piace riconoscere come cittadino d’Italia e del mondo in un’epoca in cui di unità non si parlava. s.t.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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