Questa sera alle 21 ci sarà l'atto di affidamento della Città di Corigliano Rossano alla Santissima Achiropita. Oltre la religione, il legame speciale tra la città e la sua Patrona di Josef Platarota Se ad un rossanese qualsiasi gli si venga chiesto di indicare con precisione i quattro punti cardinali, con ogni probabilità, non saprebbe rispondere.
Se allo stesso gli si dovesse chiedere un’informazione per arrivare “Ara Chiesa Ranna” state pur certi che vi ci accompagnerebbe fino all’entrata.
Ma non c’è Cattedrale senza Achiropita. Come ogni mamma è paziente, premurosa, perdona le malefatte dei figli, rassicura e protegge. Oggi Rossano, per quanto sia sacra o profana, si appella alla sua Santa Patrona più alta e sentita. Un rapporto di protezione di cui i cittadini bizantini si sono sempre ricordati: dalle pestilenze del passato fino ad arrivare alla leggendaria coltre di nubi posta dalla Santissima che evitò il bombardamento della città per mano alleata. Ma non bisogna scomodare i decenni:
il 12 agosto del 2015 la grande alluvione che colpì il lungomare: nessun morto e nessun disperso, solo danni (tanti) e paura. Oggi, come ha già fatto con San Francesco di Paola, Flavio Stasi le affiderà la città dentro la sua Chiesa assieme all’Arcivescovo Giuseppe Satriano. Esorcizzare la paura del Covid 19 tramite la supplica. Questo è il senso di un rapporto intimo quanto profondo che si basa sulle tradizioni. L’unità di una comunità si salda con usi, costumi, fedi e persino imprecazioni identiche, un conglomerato di identità.
Guai a parlare di scaramanzia o superstizione. Quel sacro vincolo si ripeterà stasera, quella mano tornerà a proteggere il capo di figli, gli occhi cercheranno l’Odigitria, qualcuno esclamerà che la Cattedrale è bella anche sullo schermo, e ci renderemo conto che la preoccupazione c’è e va affrontata,
ma con una Mamma - non umana ma divina -
allora sì che questo Virus fa meno paura.