Piccole dall'Eco. Sanità al centro: Occhiuto rivendica, Tridico accusa, Toscano ribalta il tavolo
File infinite, ospedali chiusi, pronto soccorso al collasso: Occhiuto chiede tempo, Tridico accusa sprechi, Toscano denuncia scelte deliberate. La sfida per la Regione Calabria passa dal diritto alla salute dei cittadini

CORIGLIANO-ROSSANO - La sanità è il terreno dove si gioca la partita più dura della campagna elettorale calabrese. Non poteva essere altrimenti: negli ospedali al collasso, nelle file infinite dei pronto soccorso, nelle fughe verso Nord per un’operazione o una visita specialistica, si continua a misurare la frattura più profonda tra lo Stato e i cittadini. Nonostante fievolissimi seppur non tascurabili segnali di ripresa.
Le posizioni dei tre candidati alla presidenza della Regione — Roberto Occhiuto, Pasquale Tridico e Francesco Toscano — rispetto alla grande questione Sanità, con un focus particolare sul Diritto alla Salute, nella Sibaritide-Pollino, sono emerse chiaramente nel corso del talk l’Eco in Diretta – Speciali Regionali 2025, andato in onda nei giorni scorsi sulle pagine social dell’Eco dello Jonio e sul canale 75 dell’Altro Corriere TV. Un trittico di confronti che ha messo al centro la Vertenza Nord-Est (puoi rivedere le puntate a questi link: Occhiuto, Tridico, Toscano). Ed è proprio sul tema della sanità che si sono consumate le differenze più nette tra i tre contendenti.
Occhiuto, il commissario che rivendica i risultati
Il governatore uscente parte da un punto: lui, la sanità calabrese, non l’ha solo ereditata, l’ha commissariata in prima persona. E rivendica di averla almeno rimessa in cammino. Su scala regionale quanto nel territorio jonico. «Quando mi sono insediato — ha ricordato — del nuovo Ospedale della Sibaritide (speranza di riscossa per il vasto territorio nord-orientale) c’era poco più che qualche pietra, oggi è quasi pronto». Per Occhiuto il dato è politico: l’ospedale simbolo della Piana di Sibari, che sembrava un miraggio da vent’anni, è diventato un cantiere reale. Quasi pronto.
Poi il capitolo più discusso: i medici cubani. «All’inizio tutti mi attaccavano — dice — oggi li vogliono tutti. Ho portato in Calabria un modello che funziona, in attesa che i nostri specializzandi colmino il vuoto». Una soluzione-tampone, ammette, ma necessaria.
Infine la cornice: «Abbiamo chiuso i bilanci, aumentato i Lea, creato le condizioni per uscire dal commissariamento e dal piano di rientro. Solo così potremo tornare a gestire la sanità con strumenti veri, non con le mani legate».
Tridico, il professore che smonta il bilancio degli ultimi anni
Pasquale Tridico, ex presidente INPS e candidato del centrosinistra, parte da un dato che per lui è una condanna: «Dopo il Covid si erano programmati venti ospedali e case di comunità. Sa quanti ne sono stati realizzati? Zero».
La sua narrazione è quella del fallimento, soprattutto sul fronte del PNRR. «Abbiamo usato appena il 10% delle risorse disponibili. Il resto è rimasto lettera morta. Questa è una colpa politica e, aggiungo, anche un danno erariale».
Per Tridico la sanità calabrese soffre non solo di mancanza di personale ma di una gestione politicizzata: «Abbiamo un’Azienda Zero che è già un fallimento, reparti riaperti a ridosso del voto con atti illegittimi, zero programmazione seria». La sua ricetta è opposta a quella di Occhiuto: concorsi trasparenti per assumere giovani medici e personale, ridare forza alla medicina territoriale, togliere la sanità dalle mani della propaganda.
Toscano, l’eretico che parla di “politica antiumana”
Francesco Toscano, leader di Democrazia Sovrana e Popolare, non fa sconti e ribalta il tavolo. La sua lettura è più estrema: «Non è un caso, non è incapacità. La chiusura degli ospedali e l’abbandono dei territori sono frutto di una scelta politica precisa».
Per Toscano, il sistema sanitario calabrese — e italiano in generale — è stato piegato a una logica “neoliberista e antiumana”, dove contano i numeri di bilancio e non le persone. «Se un pronto soccorso non ha la Tac, non è perché non si può trovare: è perché qualcuno non vuole trovarla. La sofferenza è diventata obiettivo politico».
La sua proposta è radicale: tornare a considerare sanità e trasporti diritti costituzionali, non servizi da gestire come un’azienda. «Gli ospedali vanno riaperti, i servizi vanno garantiti anche nei borghi più piccoli, perché la vita di un cittadino di un paese dell’entroterra vale quanto quella di chi vive in città».
Tre visioni, una sfida comune
In mezzo alle promesse e alle accuse resta la fotografia reale: reparti che chiudono, pronto soccorso intasati, cittadini che continuano a migrare per curarsi.
Occhiuto chiede tempo per completare la sua “riforma in corsa”; Tridico accusa di aver sprecato un’occasione storica; Toscano punta il dito contro il “sistema” stesso. Tre visioni inconciliabili, ma tutte costrette a fare i conti con la stessa domanda dei calabresi: chi sarà in grado di restituire dignità al diritto alla salute?