Il Circolo di FdI di Calopezzati esprime solidarietà al consigliere Mario Amodeo
La denuncia per diffamazione di cui è stato vittima era scaturita da un atto istituzionale riguardante lla richiesta, indirizzata al Prefetto, di un incontro per valutare l'opportunità di revocare lo Scout Speed

CALOPEZZATI - Il Circolo di Fratelli d'Italia "Giuseppe Tatarella" esprime la propria «piena e convinta» solidarietà al Consigliere Comunale Mario Amodeo, vittima di una denuncia per diffamazione che il Tribunale di Castrovillari ha giudicato infondata e giuridicamente inconsistente.
«Una denuncia - si legge nella nota - scaturita unicamente da un atto istituzionale: la richiesta, indirizzata al Prefetto, di un incontro per valutare l'opportunità di revocare lo Scout Speed, strumento che ha generato decine di sanzioni ma nessun beneficio reale né in termini di sicurezza né in termini economici per il Comune di Calopezzati. Un gesto legittimo, doveroso, nell'interesse dei cittadini. Eppure, ciò è bastato perché l'Amministrazione Giudiceandrea, targata PD–M5S, reagisse con un'azione intimidatoria, politicamente grave e moralmente inaccettabile».
«Il procedimento - ricordano - è stato archiviato: il Giudice per le Indagini Preliminari ha affermato, nero su bianco, che non vi è stata alcuna diffamazione e che le affermazioni del Consigliere Amodeo non avevano "apprezzabile potenziale lesivo". Una bocciatura clamorosa per la Giunta Comunale, che ha tentato di trasformare un legittimo dissenso in un atto da reprimere nei tribunali. Ancora più grave è che tale iniziativa sia costata 500 euro di fondi pubblici. Risorse sottratte ai bisogni della comunità, oggi in dissesto economico, per difendere una posizione politica sbagliata, meschina e infondata».
«Apprezziamo l'appello del Consigliere Amodeo e riteniamo anche noi che questa somma debba essere restituita alla cittadinanza da chi l'ha determinata: siano il Sindaco Giudiceandrea, il Vicesindaco Gigliotti e l'Assessore Vulcano a farsi carico di una spesa che ha avuto come unico scopo quello di colpire un consigliere scomodo, colpevole solo di esercitare il suo diritto – e dovere – di rappresentanza democratica».
«La verità è semplice: chi governa oggi Calopezzati non tollera la critica, né accetta il confronto. Preferisce il silenzio, il pensiero unico, l'avvertimento mascherato da denuncia. Ma Calopezzati non è, e non sarà mai, una comunità oppressa. Questa terra ha una storia fatta di dignità, partecipazione e libertà. E a ogni tentativo di soffocare la voce del dissenso, ha sempre risposto con forza, coesione e orgoglio. Chi ha promesso di trasformare Calopezzati da "comune a comunità" ha invece contribuito ad alimentare divisioni, a svilire il dibattito democratico, a trasformare l'istituzione in uno strumento di rivalsa personale».
«Il fallimento è evidente. E il tempo, come la verità, - affermano in conclusione - è galantuomo: renderà giustizia a chi, come Mario Amodeo, continua a camminare a testa alta, con la schiena dritta e la sola forza delle idee».