Turismo sullo Jonio, le Bandiere Blu non bastano: «Serve sistema»
Per Mazza (CMG) è il momento di superare i campanilismi e trasformare questo successo in un'offerta turistica integrata che valorizzi ambiente, agroalimentare e riconversione industriale, allontanando rischiose commistioni con siti inquinati

CORIGLIANO-ROSSANO - Sono 9 le Bandiere Blu che premiano la qualità delle acque e delle spiagge tra Sibaritide e Crotonese. Un risultato accolto con soddisfazione da Domenico Mazza del Comitato Magna Graecia (CMG), che pur riconoscendo il valore dei riconoscimenti individuali ai 23 comuni calabresi insigniti, pone l'accento sulla necessità di una visione strategica più ampia.
«Questi risultati significativi comprovano il lavoro fatto dalle locali Amministrazioni comunali e certificano l'indiscussa qualità territoriale dell'esterno levante calabrese» afferma Mazza. Tuttavia, viene sottolineata la mancanza di una «visione d'insieme, più ampia e articolata» che possa elevare questo tratto di costa a polo attrattivo turistico di livello nazionale. Invece, si assiste ancora a «sterili battaglie di campanile» che oscurano il potenziale di un'area che rappresenta oltre il 60% della costa ionica calabrese.
Il vero nodo cruciale, per Mazza, risiede nella contrapposizione tra la naturale vocazione turistica del territorio e «scriteriate scelte relative a nuovi impianti di termovalorizzazione, rigassificazione e dissennate politiche di abbanco rifiuti e scorie industriali». Un monito chiaro sulla necessità di «darci una regolata e capire verso quale direzione abbiamo intenzione di spingerci», poiché «turismo e sfruttamento invasivo e intensivo del territorio, raramente vanno a braccetto».
La proposta di Mazza è ambiziosa: trasformare i successi dei singoli comuni in un «plafond dell'offerta da declinare come Sistema Jonico del golfo di Taranto». Un sistema fondato su tre pilastri: agricoltura, turismo e rigenerazione industriale. Per l'agricoltura, l'esempio emiliano di cooperative e industria trasformativa è il modello da seguire. Per il turismo, è impellente la creazione di «consorzi inglobanti le Comunità rivierasche» per strutturare un'offerta ricettiva, diportistica e naturalistica unitaria, creando un vero e proprio «brand di rilancio».
Infine, la rigenerazione industriale non può tradursi in un semplice maquillage. Mazza è categorico sulla necessità di trasferire i rifiuti pericolosi dalle aree contaminate, con un chiaro riferimento al SIN Crotone-Cassano-Cerchiara, in siti dedicati a livello nazionale. «Non possiamo trasformare un'area che avrebbe tutte le carte in regola per candidarsi a diventare la più grande 'Destinazione turistica' del Mediterraneo a ricettacolo di nuove e ulteriori discariche pericolose» ammonisce.
L'appello di Mazza è un invito a superare logiche individualistiche e a costruire una sinergia tra Calabria, Puglia e Basilicata, trasformando l'Arco Jonico in un modello di sviluppo sostenibile che sappia coniugare le eccellenze del territorio senza cedere a compromessi dannosi per l'ambiente e per il futuro dell'intera area.