Zangaro su i Giganti del Cozzo del Pesco: «Regione e Calabria Verde intervengano»
«Se si vuole provare a salvare ciò che rimane di questo patrimonio, bisogna correre! È indispensabile che il procedimento dei lavori, già approvati, avanzi con celerità e che Calabria Verde faccia la sua parte»
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CORIGLIANO-ROSSANO – La "caduta" del più maestoso dei "Giganti di Cozzo del Pesco" avvenuta il 19 gennaio scorso, ha amareggiato numerosi cittadini ed associazioni ambientaliste, come il WWF, che sta provando a coinvolgere e sensibilizzare la comunità e a lanciare alle Istituzioni un allarme che non può restare inascoltato.
«È opportuno chiarire - scrive nella nota stampa Liliana Zangaro - che al momento è la Regione l'ente competente a porre in essere tutte le opere di salvaguardia e manutenzione del territorio forestale. Al riguardo si fa presente che solo dopo la levata di scudi del Comune per mezzo di una procedura legale, finalmente si addiveniva in data 19/07/2022 alla sottoscrizione di un accordo transattivo, rimasto ad oggi parzialmente incompiuto, tra il Comune di Corigliano-Rossano, Azienda Calabria Verde e Regione Calabria».
«Tale accordo, successivamente integrato, prevedeva non solo la definizione ed ultimazione della restituzione dei terreni all'Ente comunale ma anche una serie di obblighi a carico di Calabria Verde e cioè: il risanamento e miglioramento strutturale e funzionale del castagneto "Giganti del Cozzo del Pesco"; la sistemazione della strada di collegamento in località Arcodero o Cozzo del Pesco; la risistemazione del laghetto collinare in località Vivaio Cerasaro. Si è perso del tempo prezioso, nonostante l'accordo e le varie ed incessanti diffide dell'Ente, aggravati da una causa pendente in giudizio».
«Se si vuole provare a salvare ciò che rimane di questo patrimonio, bisogna correre! È indispensabile che il procedimento dei lavori, già approvati, avanzi con celerità e che, nel rispetto dell'accordo transattivo, Calabria Verde faccia la sua parte, ponendo immediatamente in essere tutte le azioni dirette a tutelare un tesoro naturale di inestimabile valore di cui vanno preservate la struttura e le funzionalità biologiche. Erano ben centodue i castagni monumentali, con una circonferenza alla base di circa dodici metri, silenziosi testimoni da secoli di vicende umane e naturali, occorre agire subito facendo "rumore" con i fatti per salvarli dall'abbandono e dal degrado».