«Le bugie del centro-destra che distrugge la sanità»
Costa e Marino Scarcella: «Più che una programmazione sanitaria sembra una partita a Risiko, dove politici e dirigenti ASP piuttosto di pensare ai servizi, regalano milioni di euro alla sanità privata e giocano a conquistarsi o cedere i reparti»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Abbiamo letto con estremo stupore il dibattito di questi giorni sulle strutture ospedaliere della città, per il quale – se non si trattasse di salute della nostra gente – ci sarebbe davvero da ridere e nel quale la più spericolata protagonista è la presidente della terza commissione in Consiglio Regionale». Così i due membri del gruppo consiliare Azzurro Mare, Gianfranco Costa e Francesco Marino Scarcella, intervenendo sul tema della riorganizzaizione dei due presidi spoke di Corigliano-Rossano.
«Da sempre attenta e presente ad inaugurazioni di qualsiasi cosa, soprattutto di reparti che poi vengono chiudi dopo qualche mese, - commentano - il 6 novembre ha dichiarato senza mezzi termini: “punto nascita non deve essere trasferito dal Compagna” ed ha aggiunto “non vi è nessun motivo o ragione per per cui il punto nascita debba essere trasferito da Corigliano”. Sono passate 72 ore e, dopo il richiamo del capo, la posizione è diventata esattamente opposta. Non solo il punto nascita può essere spostato, ma ci sono anche delle ragioni: “a garanzia di una maggiore sicurezza per le cure ed i pazienti”. Più che una programmazione sanitaria sembra una partita a Risiko, dove politici e dirigenti ASP piuttosto di pensare ai servizi, regalano milioni di euro alla sanità privata e giocano a conquistarsi o cedere i reparti. Una tristissima vergogna».
«Per organizzare le strutture sanitarie - aggiungono - serve una logica di servizio, indipendente dalle pulsioni clientelari di questo o quel politico. A proposito: i vertici ASP hanno sottoposto la nuova programmazione alla Conferenza dei Sindaci ed al sindaco? Ma il delirio non si ferma agli ospedali. Sulla strada di Insiti si è registrato un caso unico al mondo e vi spieghiamo quale. Come sempre sta succedendo in tutte le vicende, le parole volano, le carte restano. Dal 2019 ad oggi ha lavorato praticamente solo il Comune. Dopo aver trasmesso i documenti alla SUA, nel maggio 2020, il Comune ha affidato la progettazione e dato indirizzi precisi: non una strada extraurbana ma urbana, con marciapiede, pista ciclabile, verde, complanare ecc. Nel maggio 2021 è stata consegnata la prima versione del progetto ed il Comune ha espresso nuovamente indirizzi di miglioramento (Delibera n. 228 del 2021). Nel Dicembre 2021 è stato consegnata la proposta di progetto definitivo che il Comune ha inviato a tutti gli enti per i pareri. Al termine della valutazione e validazione, il Comune ha approvato il progetto nel novembre 2022, ed ha poi approvato gli atti gara ed indetto la conferenza dei servizi. Infine, sempre il Comune, ha affidato i lavori che sono già iniziati, e qui accade il caso unico al mondo».
«Volete sapere - proseguono - quale è stata l'attività della Regione? Ricordarsi, dopo aver dato quattro pareri positivi, che la convenzione era scaduta: geniale. A quel punto, giusto per dare un po' fastidio, ha minacciato di far perdere il finanziamento perchè il viadotto di Insiti era incompatibile con la nuova SS 106, anche in questo caso arrivando tardi: il Comune lo aveva evidenziato sia in sede di Valutazione di Impatto Ambientale che in Conferenza dei Servizi, ovviamente invano. Risultato? Pur di non perdere tempo, il Comune ha dato disponibilità ad adeguare il progetto della SP 195: l'unico caso al mondo in cui un progetto di 6 milioni alla fase di lavori già iniziati si adegua ad un progetto di 975 milioni alla fase di studio di fattibilità. Venuti meno i pretesti, la Regione non ha potuto fare altro che rinnovare la convenzione, grazie esclusivamente al Comune, che sta seguendo tutto, dal progetto alla realizzazione dei lavori».
«Di competenza regionale, invece, resta il collettamento del nuovo ospedale che in Regione volevano liquidare con un semplice collegamento da Insiti al depuratore. Anche in questo caso è dovuto intervenire il sindaco che ha sottolineato come non si sarebbe potuto fare nessun collegamento senza il potenziamento del depuratore di Boscarello, già in affanno con l'attuale carico, ottenendo un nuovo finanziamento. Evitato un altro disastro. Laddove invece la competenza è totalmente regionale è quella della realizzazione di un impianto idrico per portare l'acqua all'ospedale. Un pozzo, in pratica, per il quale non sono bastati degli anni. Un'altra, ennesima occasione, - concludono - nella quale pezzi di istituzione, al posto di raccontare continue fesserie, farebbero bene a lavorare quanto meno per recuperare i propri profondissimi ritardi»«.