Cariati, Le Lampare sollevano dubbi sul bilancio del Comune
L’opposizione della cittadina jonica puntano il dito contro il Primo cittadino: «La solita tiritera di offese gridate a squarciagola»
CARIATI - I punti all'ordine del giorno del Consiglio Comunale di Cariati del 12 novembre, hanno riguardato l'approvazione delle deliberazioni del 7 marzo 2024 annullate dalla sentenza del TAR su ricorso delle opposizioni. Le Lampare, tramite una nota stampa, ci tengono a ricordare che tale decisione è sa considerare da un punto di vista formale. Tuttavia, hanno voluto esprimere dubbi sulla sostenibilità del bilancio.
«Abbiamo parlato di un Bilancio con dati incerti e stime presunte, che riesce a stare in equilibrio grazie a ipotesi di entrata mai incassate e che lascia seri dubbi sul debito reale dell'Ente. Abbiamo ribadito, escludendo la parte fisiologica in condizioni economiche svantaggiate, che la maggioranza della cittadinanza paga i tributi, sottolineando che dovrebbe essere chiaro quindi da dove non arrivano le entrate. Abbiamo sottolineato che gli accantonamenti sono insufficienti viste le mancate entrate. Anche l'Organo di Revisione ha sollevato gli stessi dubbi su entrate a rischio e accantonamenti ridotti. Abbiamo detto di temere un nuovo dissesto finanziario chiedendo formalmente le dimissioni dell'Assessore al Bilancio. Tutto questo per noi rappresenta il lato tragico di questo Consiglio».
Da qui il confronto avvenuto con Minò: «Ci ha risposto il Sindaco che non ha negato le entrate basse, ma ci ha detto che oltre alla precedente amministrazione, le responsabilità risalgono sin dagli anni 70/80, introducendo così il lato comico del Consiglio. La voce del Sindaco ci ha deliziato con una distorta lettura dei nostri dubbi sulle entrate del ruolo idrico, forse perché anche qui voleva i nomi e cognomi dei grandi evasori di Cariati.
Con crescente nervosismo sempre la stessa voce ci ha detto che la Regione incassa le concessioni demaniali, ma noi abbiamo espresso dubbi sui tributi - IMU, TARI, IDRICO ecc - delle Aziende con concessioni demaniali che ovviamente è il Comune a dover incassare. Da grande appassionato di pallone - notoriamente differente dal calcio - il Sindaco ha preferito lanciare la palla sugli spalti, cominciando ad accusarci di non sapere, di non capire, di dire fesserie. Insomma la solita tiritera di offese gridate a squarciagola, come quelli che senza argomenti, pensano che siano i decibel a colmare la lacuna. Sempre lui, ci ha detto che noi abbiamo accusato la sua amministrazione di ritardare la chiusura del dissesto, mettendolo pure a verbale. Ma noi sul dissesto abbiamo detto e messo verbale altro, per esempio di rispondere alle osservazioni dell'OSL sulla questione del Vascellero».
Le Lampare chiudono la loro nota stampa in maniera laconica: «Questa seduta ci ha insegnato che quando si toccano i nervi scoperti come quelli della grande evasione e dei grandi evasori il Sindaco perde la calma. Tuttavia bisogna dire che al netto delle offese personali, Minò è stato involontariamente sincero. Ammettendo in questo Consiglio che le entrate sono disattese, che i crediti sarebbero addirittura ereditati dai tempi in cui noi eravamo in fasce, indirettamente ci dice che anche in questo anno e mezzo la sua amministrazione starebbe solo spendendo senza quasi incassare».