Aggressione Lepera, in Consiglio la maggioranza torna a condannare l'atto «senza strumentalizzazioni»
Il sindaco di Crosia, Aiello: «Nessuna gogna pubblica o mediatica, ma sicuramente difesa indiscussa dei dipendenti comunali nelle sedi opportune»
CROSIA - Al consiglio comunale straordinario, richiesto lo ricordiamo dai 4 consiglieri di minoranza, il sindaco Aiello e tutta la maggioranza chiariscono ancora una volta la loro posizione prendendo le distanze da «qualunque atteggiamento di sciacallaggio verso un episodio chiaramente da condannare ma che non deve essere strumentalizzato per creare un clima di sfiducia e paura».
Dunque alle affermazioni della minoranza, secondo le quali l'Amministrazione sarebbe intervenuta con qualche ritardo nel denunciare e nel dimostrare pubblicamente solidarietà all'architetto Luigi Lepera, vittima di un atto di violenza sull'uscio del Comune, il sindaco Maria Teresa Aiello replica: «La volontà di denunciare è una volontà personale e libera che, pertanto, non può essere né imposta né consigliata o, tantomeno, scoraggiata. Quindi, quella di sporgere denuncia, doveva essere una libera scelta dell'architetto Lepera il quale ha deciso in totale libertà e prendendosi tutto il tempo necessario per sporgere querela».
Tornando all'atteggiamento dell'Amministrazione la prima cittadina rimarca: «In qualità di sindaco mi sono sentita non in dovere ma in volere di accompagnarlo alla caserma per la denuncia con la riserva chiaramente di costituirci parte civile. Omertà, paura o diniego di atti dovuti non sono e non saranno mai segni distintivi di questa Amministrazione, che da quando si è insediata si preoccupa di garantire legalità e trasparenza a tutta la cittadinanza».
L'intera assise ha espresso ancora una volta solidarietà all'architetto e l'assessore ai lavori pubblici Giuseppe Pedace lo ha fatto toccando un tasto dolente: «Ti chiedo scusa perché in questi 100 giorni non siamo ancora riusciti a risolvere un problema preesistente da anni che è quello di non avere un quadro legislativo urbanistico chiaro che non lasci nel limbo e che continuerà a mettere a rischio il tuo operato, quello dei colleghi, degli operatori economici e dei cittadini tutti. Ce la stiamo mettendo davvero tutta per far approvare il PSA e contribuire al bene del territorio».
Il consiglio è stato dunque unanime nel condannare l'increscioso gesto di violenza ma, rimarca Aiello «prima di essere persone delle istituzioni siamo esseri umani. Pur essendo d'accordo a stigmatizzare l'atto, ognuno ha le sue modalità di esprimere le cose e di amministrare. La mia è una modalità che tende al dialogo ed evita atteggiamenti che possano alimentare tra i cittadini un clima di astio e livore».