Articolo Ventuno torna sulla questione di Casa Serena : «Difendiamo e rilanciamo la struttura»
Il gruppo consiliare del Comune di Cassano Jonio: «Bisogna superare un metodo gestionale e un modello di governance che ha permesso alla politica negli ultimi trent’anni di occupare spazi impropri, a scapito dell’interesse collettivo»

CASSANO JONIO - «Casa Serena è un patrimonio della nostra comunità, ma oggi attraversa una fase molto delicata. Nel corso degli ultimi anni, l’istituto ha sistematicamente adottato procedure selettive basate esclusivamente su titoli e colloqui. Una prassi forse consentita dalla normativa, ma che – se adottata come unica modalità – rischia di risultare poco selettiva e scarsamente trasparente. Non sorprende, dunque, che attorno a queste procedure si sia generato un clima di incertezza, fatto di dubbi e "toto-nomi"». È quanto dichiara in una nota il gruppo consiliare del Comune di Cassano Jonio ArticoloVentuno.
«In una realtà come la nostra - sottolineano - già scossa da una stagione concorsuale discussa e divisiva, è naturale che i cittadini si pongano domande. E noi pensiamo che abbiano pieno diritto a ricevere risposte chiare. Chiedere trasparenza non è un’accusa, ma un’esigenza legittima.A confermare le preoccupazioni è stato anche un gesto grave e inequivocabile. Il Collegio dei Revisori dei Conti ha rimesso il proprio mandato, sollevando criticità normative e gravi dubbi sulla sostenibilità economica delle recenti decisioni assunzionali. Nonostante ciò, il CdA ha proseguito per la sua strada, pubblicando nuovi avvisi senza attendere alcuna verifica. Una scelta che, in un momento così delicato, impone una riflessione seria».
«C’è poi un ulteriore elemento di allarme non di poco conto. Una modifica statutaria stabilisce che, in caso di dissesto, gli oneri ricadrebbero sul Comune. Un rischio diretto per le casse pubbliche, in un contesto finanziario già fragile, che richiede ancora più cautela e attenzione. Ma la riflessione non può fermarsi agli aspetti tecnici. Esiste anche un nodo politico. L’attuale Consiglio di Amministrazione è espressione della passata amministrazione comunale. In buona sostanza si tratta di incarichi fiduciari che appartengono a una stagione ormai superata. Alla luce delle elezioni, sarebbe un atto di sensibilità istituzionale rimettere il mandato e lasciare che la nuova amministrazione possa operare in coerenza con la volontà popolare».
«Qui - concludono - non si tratta di colpire le persone, né di fare processi sommari. Si tratta di voltare pagina, di superare un metodo gestionale e un modello di governance che ha permesso alla politica negli ultimi trent’anni di occupare spazi impropri, a scapito dell’interesse collettivo. Un sistema inadeguato, da superare con scelte nuove e coraggiose che devono andare al di là delle persone e delle appartenenze. Nel frattempo, abbiamo accolto con favore il segnale arrivato con la sospensione delle prove concorsuali. Un gesto di buon senso. E cogliamo timidi segnali anche da parte dell’Amministrazione comunale. Si tratta di primi piccoli passi, che meritano rispetto e attenzione».
Chiaramente ciò non basta ed occorre andare oltre. Serve compiere ulteriori passi in avanti per garantire piena trasparenza, condivisione e fiducia. E serve farlo in fretta.
Sappiamo che su temi così delicati non esistono verità assolute. E non pretendiamo di averne.
La nostra richiesta non nasce da un pregiudizio, ma da una domanda di chiarezza. Se ci sbagliassimo, se la gestione risultasse pienamente regolare e sostenibile, saremmo i primi ad accoglierlo con rispetto. Perché l’unico interesse che ci muove è quello della comunità.
Ed è proprio per questo che chiediamo un impegno collettivo per la trasparenza.
Da parte degli attuali amministratori dell’ente, dell’Amministrazione comunale e della Regione Calabria, che ha il compito di vigilare e che finora non l’ha fatto.
Serve un approfondimento istituzionale, rigoroso e serio. Non un atto di condanna, ma una verifica. Non un attacco, ma una richiesta di verità e responsabilità.
Per questo proponiamo che la vicenda venga affrontata con serietà e metodo all’interno della Commissione consiliare competente oppure attraverso una Commissione speciale a tempo, con il compito di far luce su quanto accaduto, accompagnare la fase di transizione e indicare nuovi criteri per il futuro che possano completamente rivoluzionare la gestione dell’Istituto come mai prima d’ora.
È finito il tempo dei silenzi e delle decisioni prese nelle stanze chiuse. I cittadini stanno ponendo molte domande, ed è nostro dovere – in quanto istituzioni – fornire risposte chiare e costruire processi decisionali trasparenti, aperti e responsabili.