BH nel Porto, si sveglia (oltre tempo massimo) il PD: «Perché non utilizzare la zona industriale?»
Dopo mesi, in cui la discussione ha fatto registrare anche picchi critici, il dirigente dem Giuseppe Tagliaferro rompe gli indugi e dà una personale chiave di lettura alla vertenza
CORIGLIANO-ROSSANO - «Caso Baker Hughes: perché non è possibile utilizzare la zona industriale?» È questa la prima posizione ufficiale, dopo mesi di silenzi, che un dirigente locale del Partito Democratico assume sulla grande vertenza del porto. Una questione che ha tenuto banco per settimane facendo registrare nella discussione anche picchi critici. A parlare è Giuseppe Tagliaferro, l'ex segretario cittadino dei Dem di Rossano fornisce una personale visione sull'investimento che Nuovo Pignone BH appronterà nel Porto di Corigliano-Rossano dopo che l'Autorità Portuale, attuando tutti i poteri conferitigli dal programma ZES, ha firmato l'atto di sottomissione alla multinazionale italo-americana.
«Si intende proporre un investimento rilevante - scrive Tagliaferro - senza dare una precisa e corretta spiegazione su come questa opera verrà realizzata, sulle conseguenze che deriverebbero dall’avvio di questo tipo di industria nel nostro porto, sul motivo per il quale questa opera non possa essere realizzata nella nostra zona industriale; dato che, diversamente, non si comprenderebbe perché aver destinato una parte del territorio all’insediamento di siti industriali. Occorrerebbe chiedersi poi - aggiunge - quanti altri porti sono in modo così preponderante occupati da una simile opera tale da poterne compromettere la destinazione originaria». Insomma, una posizione, quella del dirigente democrat non dissimile da quella che perorano da tempo quelli del Comitato "Giù le mani dal porto".
«Si tratta - prosegue la nota di Tagliaferro - della gestione dell’unico porto che il nostro territorio ha a disposizione e, al momento, non si è avviata nessuna contrattazione con la multinazionale, anzi, si percepisce solo una preoccupante subalternità e un silenzio compiacente.
C’è allarme tra i nostri concittadini, i quali hanno il diritto di essere informati, e i nostri rappresentanti politici ed istituzionali il dovere di porre in essere tutte le iniziative necessarie per arrivare ad una soluzione che riesca al contempo a favorire investimenti, occupazione, ma che tenga conto anche dell’impatto ambientale».
«Occorre avere interesse - prosegue Tagliaferro - non solo al dato occupazionale, pur importante, ma tenere anche conto e valutare attentamente le conseguenze negative su altri settori come la pesca e l’agricoltura, che bisognerebbe salvaguardare e rilanciare. Preoccupa, ancor più, che nei giorni scorsi, perfino il sindaco Stasi dica di aver appreso soltanto dalla stampa la sottoscrizione di un atto di sottomissione tra l’Autorità del Sistema Portuale e la Baker Hughes. Questa accelerazione non fa altro che nutrire dubbi, e la poca trasparenza alimenta le preoccupazioni. Si senta il dovere di proteggere e di valorizzare - si legge in conclusione alla nota - le meraviglie che il nostro territorio ci offre, e soprattutto l’obbligo morale di impedire ai pochi di decidere per tutti, in maniera poco democratica, perché si tratta di decisioni che influenzeranno le generazioni future e la nostra economia».