Mancata convocazione Consiglio Provinciale richiesta dai consiglieri Ciacco, Capalbo, Madeo e Tavernise
«La legge imponeva alla Presidente di convocare la seduta consiliare, perentoriamente, entro 20 giorni dalla presentazione della richiesta. Ogni atteggiamento prevaricatorio indebolisce l’autorevolezza delle Istituzioni»
COSENZA - Il 30 gennaio i consiglieri provinciali Giuseppe Ciacco, Pino Capalbo, Rosellina Madeo e Salvatore Tavernise hanno depositato, presso la Segreteria del Settore Affari Generali dell’Amministrazione provinciale di Cosenza, la richiesta di convocazione del Consiglio Provinciale di Cosenza indicando quattro questioni da inserire all’ordine del giorno: «La legge, che si identifica nel Decreto legislativo 267/2000(art. 39 comma 2) imponeva - riporta la nota - al Presidente del Consiglio provinciale di convocare la seduta consiliare, perentoriamente, entro 20 giorni dalla presentazione della richiesta. Oggi il termine di venti giorni è scaduto e il Presidente non ha, neppure, provveduto a diramare la convocazione della seduta consiliare. Domanda: perché non ha adempiuto all’obbligo di convocazione del Consiglio provinciale?»
«L'ordinamento - proseguono - ritiene un valore essenziale del sistema democratico che alla minoranza sia assicurata l’effettività del diritto di iniziativa. Cosicchè, la mancata convocazione del Consiglio provinciale altera la correttezza della dialettica istituzionale, introducendo, obiettivamente, una torsione delle regole democratiche. Le cose così non vanno bene. Ogni atteggiamento prevaricatorio indebolisce l’autorevolezza delle Istituzioni. E, allora, noi, pubblicamente e con grande garbo, invitiamo la Presidente Succurro a rispettare la legge e, quindi, a voler disporre, l’immediata convocazione del Consiglio provinciale, inserendo all’ordine del giorno le questioni di cui alla nostra richiesta del 30 gennaio».
«Ove, così non fosse, - concludono - a fine settimana chiederemo, ufficialmente, l’intervento sostitutivo del Prefetto».