La mobilità preistorica della Calabria jonica alimenta la protesta… contro Governo e Regione
Dopo i sit-in organizzati e promossi dalle sigle sindacali confederali scendono in campo i movimenti civici. Futura: «Porto di Schiavonea, SS106 e ferrovie, aeroporti: i silenzi dei rappresentanti istituzionali del territorio sanno di incapacità»
CORIGLIANO-ROSSANO – Un attacco frontale che alimenta il fuoco della campagna elettorale per le comunali di Corigliano-Rossano. Il sit-in di protesta nei giorni scorsi a Mirto di Crosia ed in altri tre centri della costa jonica calabrese, organizzato dalle sigle sindacali confederali per sollecitare il governo a mettere sul tavolo i soldi per l’ammodernamento di tutta la statale 106, è diventata la miccia, il corroborante per smuovere anche il movimentismo politico locale, quello fedelissimo al sindaco Stasi, contro i rappresentanti locali degli esecutuvi regionale e nazionale.
Ad intervenire è il movimento Corigliano-Rossano Futura, quello che fa riferimento all’ex sindaco Tonino Caracciolo, al presidente del Consiglio comunale Marinella Grillo e al vicesindaco Maria Salimbeni, mettendo sulla graticola parlamentari e consiglieri regionali di maggioranza rei di «un silenzio che sa di incapacità politica e di disinteresse» e invitando i cittadini alla «ribellione».
«La protesta dei sindacati sulla Strada SS106 – si legge nella nota - evidenzia ancora una volta quanto scarso sia l'impegno dei governi nazionale e regionale verso la vasta area jonica che si estende da Crotone a Rocca Imperiale passando per la terza città della Calabria».
L’obiettivo sono le infrastrutture, quelle che diventano determinanti nel quadro di uno sviluppo. Soprattutto in un territorio come la Calabria del nord-est che ha un'incidenza di sviluppo infrastrutturale di gran lunga minore rispetto ai Paesi dell’Est in area Euro. Insomma, se a queste latitudini non si è preistorici, poco ci manca.
Anche se il problema non nasce certo oggi con Occhiuto e nemmeno con la Meloni. C’è un però. Ad avviso dei movimentisti «mancano nella programmazione nazionale e regionale una visione e una strategia. Una visione che tenga conto di demografia, economia, patrimonio culturale quale capitale da mettere a frutto per lo sviluppo dell'intera Calabria. Una strategia, invece, che sappia definire obiettivi, tempi e modalità per porre mano ad un riassetto infrastrutturale che valorizzi l'esistente (città, porti, aeroporti, strade e ferrovie) in una ottica di connessione a valenza europea e di intermodalità».
E, quindi, l’attenzione ricade sulle grandi vertenze della Calabria orientale e del nord-est: «Che senso ha parlare di aeroporto di Crotone senza bretella ferroviaria? Di alta velocità senza il tracciato Praia-Tarsia e la bretella di Thurio? Che senso ha parlare di Porto di Schiavonea senza ferrovia, molo crocieristico e servizi alla pesca? Il recente provvedimento di un governo traditore della Calabria circa la ZES unica non fa che aggravare un quadro già alquanto fosco».
Tutto questo, quindi, si tramuta nel pretesto giusto e ideale per fare ‘mmuina per «l'assenza totale – dicono - delle nostre rappresentanze istituzionali, soprattutto di quelle di maggioranza elette nel nostro territorio. Un silenzio – ribadisce Corigliano-Rossano Futura - che sa di incapacità politica e di disinteresse. Che segnala ancora una volta quale danno si stia arrecando l'area della Calabria a maggior grado di suscettività allo sviluppo. Ecco perché riteniamo sia giunto il momento di ribellarsi. Di voltare pagina, di usare tutti i mezzi che la democrazia ci offre perché scatti la rivolta, morale, prima che politica. Perché – concludono - ormai la misura è colma».