Villapiana, tiene banco la questione sulla presunta incompatibilità del Presidente del Consiglio comunale
Giuseppe Tiripicchio, socio di una società in contenzioso con il Comune, risponde con dati giuridici e porta a sua difesa due sentenza: una della Corte di Cassazione l'altra della Corte Costituzionale: «Sono compatibile»
VILLAPIANA - Nell'ultima seduta del Consiglio comunale, celebratasi lo scorso 11 dicembre, tra i punti all'ordine del giorno c'è stata anche la discussione realtiva all'incompatibilità del Presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Tiripicchio, a ricoprire la carica istituzionale visto il contenzioso in atto tra una società, di cui è socio lo stesso Tiripicchio, ed il Comune. Una operazione verità, insomma, scaturità da una segnalazione che il consigliere comunale Domenico Filardi ha fatto alla Prefetto di Cosenza.
«La ratio della norma sulle incompatibilità, dette “incompatibilità di interessi”, - dice oggi Tiripicchio adducendo le sue motivazioni a sostegno della correttezza in cui si sta consumando il suo ruolo istituzionale - si fonda sulla volontà di valutare ed escludere che un amministratore, nell’esercizio delle sue funzioni, nel momento in cui si trovi in una controversia con l’ente possa, a causa degli interessi confliggenti, deformare la propria azione amministrativa nei confronti i cittadini».
Per Tiripicchio, sul piano squisitamente giuridico non ci sarebbe alcuna incompatibilità, «sulla base di radicati e chiarissimi riferimenti giurisprudenziali, interpretativi della norma in esame, l’art.63 comma 1, n.4, da parte di Alte Corti. Tra i principali che hanno già supportato numerose pronunce di altre corti su identiche questioni, - sottolinea - ho prodotto nelle mie memorie una sentenza della Corte Cassazione... che chiarisce la interpretazione da dare al concetto di parte citato dalla norma e la sentenza della Corte Costituzionale... che invece chiarisce la portata della lettura da riconoscere alla norma affinché non diventi incostituzionale limitando il diritto all’elettorato passivo».
«Queste stesse importantissime pronunce - precisa ancora il Presidente del Consiglio comunale - assieme ad autorevoli pareri del Ministero dell’Interno chiariscono che è necessario nell’interpretazione della norma fare una distinzione tra il consigliere persona fisica e la persona giuridica di cui il consigliere potrebbe essere indistintamente socio e/o amministratore, perché solo nel primo caso si applicherebbe la norma altrimenti ne deriverebbe una limitazione incostituzionale del diritto all’elettorato passivo».
Ma per Tiripicchio non esiste nemmeno un problema di "opportunità" e non sussisterebbe, quindim neanche una incompatibiltà dal punto di vista «pratico», «considerato - dice - anche il modus e i principi che hanno ispirato il mio modo di amministrare. In questi anni, infatti, sin dall’inizio del mio mandato, sono stato sempre presente e mi sono messo al servizio dei cittadini, non solo nella disponibilità al dialogo e nel supporto alla risoluzione dei problemi, ma anche e soprattutto proponendo progetti e idee, in alcuni casi finalizzati alla risoluzione di problemi, a volte di lunga data. Aggiungo poi che in questi anni, anche in qualità di Presidente del Consiglio, ho sempre inteso tracciare una linea di dialogo aperto e costruttivo con le parti di minoranza, ricercando sempre il confronto piuttosto che lo scontro. E, nonostante il contenzioso in corso - conclude Tiripicchio - la mia azione amministrativa non ha subito alcuna influenza, dato che ho continuato e continuo ad essere presente per la collettività e pronto ad intervenire in caso di problemi e di questo possono darne testimonianza i cittadini».
Intanto, entro 10 giorni a partire da oggi dovrà celebrarsi il nuovo Consiglio Comunale in cui l'assise dovrà determinarsi sulla compatibilità del Consigliere e Presidente del Consiglio comunale.