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Il pagellone di fine anno: Stasi il più bravo… in una classe di dilettanti!

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CORIGLIANO-ROSSANO – Il nuovo anno riporterà Corigliano-Rossano alle urne per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale. L’esito della partita in questo momento sembra essere scontato, almeno per quanto riguarda lo scranno più alto di Palazzo Bianchi, molto meno, invece, sul fronte dell’emiciclo civico, all’interno del quale negli ultimi cinque anni la maggior parte dei rappresentanti ha svolto il ruolo della comparsa. C’è da scommettere facile: se mettessimo tutti i 24 consiglieri comunali schierati nelle piazze della grande città jonica, quelli individuabili per il ruolo istituzionale si conterebbero sulle dita di una sola mano.

Colpa di chi? In realtà un po’ di tutto l’andazzo politico-amministrativo che si è creato all’indomani delle comunali del 2019, le prime nell’era post-fusione. Una tempesta perfetta che, da un lato, ha generato all’interno della cittadinanza uno spaventoso effetto domino di apatia e disinteresse nei confronti della cosa pubblica (in molti in città nemmeno sanno che a Primavera si tornerà alle urne!); e, dall’altro, ha messo in luce – anche se questo non è un aspetto del tutto negativo – le vere doti della classe politica locale, a tutti i livelli.

Abbozziamo una pagella di fine anno e, quindi, di fine quinquennio.

Sindaco Flavio Stasi, voto 6 Senza né infamia né lode. È il voto più alto e forse il più scontato di questa valutazione. Il vero grande merito di Stasi è stato lo stasimo: muovere tutto senza muoversi affatto. Di passi in avanti, questo territorio - diciamolo francamente - non ne ha fatti. Sulle grandi questioni c’è stato un continuo tergiversare e la bravura magistrale del sindaco è stata quella di istituzionalizzare l’ordinaria amministrazione come attività straordinaria, spendendo anche un pacco di soldi. Nonostante tutto, però, Stasi supera la sufficienza perché, al netto di un’azione amministrativa senza colpi scena (se non i concerti in piazza), ha saputo anestetizzare tutto il resto della politica locale. Il primo cittadino si confronta e contratta con tutti, con destra e sinistra. Ma lo fa direttamente o con i piani alti, bypassando la base e i cerimoniali della politica. Insomma, primeggia in una classe di somari, bulli e gradassi!

Maggioranza Consiliare, voto 4 – Perfetti sconosciuti. Bravi a fiutare nel 2019 il cavallo vincente, meno bravi a saperlo cavalcare. Molti dei consiglieri comunali si sono visti solo in occasione delle Assemblee civiche, diventate ormai momenti di partecipazione per pochi intimi. Per il resto, fatte le dovute eccezioni, tanto battage sui social, tantissimo moralismo a basso costo; ma zero idee, visione e contenuti. Ma tutti utili all’esperimento della tempesta perfetta.

Opposizione Consiliare, N.P. (non pervenuta) – Impalpabili da record – Riguardo alla colorita e variegata compagine che rappresenta la “minoranza” all’interno dell’Assise civica ci sarebbe da scrivere un trattato di ignavia. A distanza di ormai cinque anni dall’inizio del mandato non si capisce quale sia stata la linea guida; la loro azione politica è stata totalmente insulsa e influente. Non si ricorda una battaglia politica che abbia ribaltato una decisione sul tavolo del Consesso civico. Eppure, per più di metà mandato, le forze oppositive a Stasi sono state (almeno sulla carta) in numero crescente. Dagli iniziali nove si è passati a dodici componenti (contro i 13 di maggioranza) ma nessuno se n’è accorto. Anzi, qualcuno è sempre stato pronto a fornire la stampella in caso di defezioni. Certo, rimane il nocciolo duro di quanti per posizione o per rabbia politica recondita (reminiscenze della campagna elettorale sanguinaria del 2019), o ancora per essersi sentiti traditi in corso d’opera da Stasi, hanno fatto e continuano a fare opposizione col coltello tra i denti. Ma è davvero poca roba. C’è, però, un record di cui può “vantarsi” l’Opposizione: essere stata quella che più di tutte, nella storia delle due estinte città, ha votato (anche astenendosi) a favore delle posizioni espresse dalla maggioranza. L’ultimo caso ieri, quando il rappresentante di Fratelli d’Italia, ha votato la variazione di bilancio. Un coup-de-théâtre oggettivamente nonsense.

Giunta Comunale, voto 5 – L’aiutante segreto di Babbo Natale – Sia stata scelta del Sindaco o no, c’è da dire che anche gli Assessori di Corigliano-Rossano sono tra quelli che si sono visti comunicativamente meno. Tra sigarette, calici di buon vino e un radicalismo sempre più chiccoso, in realtà, pare che tutto, nella grande terza città della Calabria, ruoti attorno al capo indiscusso che ha saputo perfettamente far interpretare il ruolo di “collaboratore” ai suoi componenti di Giunta. Si vedono di rado e non parlano quasi mai, soprattutto negli ultimi tempi. Non hanno nulla da dire! – Direbbe qualcuno. Ma in fondo, seppur nella selva dell’ordinario, hanno lavorato anche loro; molto spesso hanno parato e incassato personalmente, anche con violenza, il colpo di alcune azioni coraggiose intraprese dall’Esecutivo.

Poi ci sono i grandi blocchi politici: il Centro Destra e il Centro Sinistra. Per l’abilità che ha avuto di annientarli, disintegrarli e disarmarli, Stasi meriterebbe voto 10. Accettare questo voto, però, significherebbe perdersi nel buco nero che la nostra rappresentanza politica ha creato nella democrazia nostrana negli ultimi 50 anni. È orribile il pensiero che sia così, è preferibile immaginare che sia il Centro Sinistra quanto il Centro Destra si siano presi una pausa di riflessione… Voto Zero – politicamente e concretamente inesistenti - Per entrambe i blocchi vale lo stesso ragionamento: i partiti a Corigliano-Rossano, per quanto se ne possa dire cercando di indorare la pillola, non esistono più. Non esistono a sinistra dove il PD è diventato solo un luogo di gazzarra organizzata, senza un manico, senza alcuna autorevolezza e con una capacità di capovolgere frittate in modo pauroso. Una volta c’erano le sezioni dove si respirava e si viveva di pane, vino e militanza dura e pura e la guida era sempre di chi aveva valore di idee e persuasione. Poi arrivò il tempo delle tessere e dei generali d’armata che dettavano legge in base al numero di sostenitori (e di soldi) che riuscivano a portare. Ora siamo allo stato gassoso in cui farsi la tessera di un partito è quasi un disonore. Le sedi politiche, a sinistra, servono solo per appendere una bandiera e per fare qualche incontro che finisce bene solo se non partecipa nessuno. La casa dei dem è totalmente da ricostruire partendo dalle fondamenta.

Ma se Sparta piange, Atene non ride. Vogliamo parlare della grande coalizione del Centro Destra in salsa coriglianorossanese? La peggiore di sempre in senso assoluto. Nessuna proposta costruttiva, opposizione (di piazza) inconcludente e soliti volti a manovrare dietro le quinte. Quello di Fratelli d’Italia, Forza Italia, centristi liberali di ogni risma (compresa Azione che non si sa da che parte stia) è un curioso caso di amnesia cronica: da studiare. Vivono nella nostalgia più profonda dell’uomo/donna solo/a al comando dimenticando che tutte le esperienze passate vissute in questo andazzo, dopo un’epopea più o meno breve, sono fallite miseramente. Politicamente, cosa hanno lasciato in eredità l’era Caputo a Rossano e l’era Gerace a Corigliano: il nulla cosmico. Non c’è una classe dirigente degna di questo nome che oggi possa prendere in mano le redini di una città che – diciamolo francamente - vive nella mediocrità. Ancora più grave è che proprio l’atteggiamento passivo della grande macchina del Centro Destra alimenta ogni giorno di più il mito stasiano. Paradossale ma vero. A Milano c’è un proverbio che calza a pennello ai liberali-sovranisti-moderati di casa nostra: Chèl che 'l crìda de pü la vàca l'è sua (chi grida di più la vacca è sua). Non ha mai funzionato così, almeno nel centro destra che, da Berlusconi in poi, ha sempre lavorato sulla forza della persuasione del fare, sulle promesse e sull’accecante promessa del benessere (che è rimasta tale). Chiunque del centro destra abbia provato a sedere sulla macchina del fango con l’intento di sparare pallette di sterco è finito per rimanere seppellito dal letame. Non è il loro mestiere e quando lo fanno non sono credibili! Dunque, urge cambiare strategia.

In questa pagella, sicuramente impietosa e senza sconti, un giudizio non marginale lo ha anche la Cittadinanza – Voto 3 Grandi potenzialità ma non si applica per nulla - Il popolo della Sibaritide è diventato per antonomasia il popolo del NO. Sospettoso su tutto, incapace di discernimento, pronto a vedere mostri ovunque, inabile a darsi un valore, profondamente distaccato. Perché si è ridotto a tanto? Eppure nel sangue di questa gente c’è un DNA che fa invidia al mondo. Il cittadino di Corigliano-Rossano si è disinteressato alla vita pubblica dando un valore esageratissimo alla Delega politica. Che oggi viene utilizzata come un’arma a doppio taglio per trovare sempre un alibi a fronte di un costante disinteresse. Non c’è consapevolezza di quello che si è e del valore che si può mettere in campo. Solo qui si produce un terzo della ricchezza della Calabria eppure questo territorio ogni qualvolta si gira indietro vede solo macerie. Perché? Si legge pochissimo eppure si sentenzia tantissimo. Cari cittadini di Corigliano-Rossano le battaglie di civiltà per i servizi, per una Mobilità moderna, per avere maggiore Sicurezza, per vedersi riconosciuti i diritti alla Cura e alla Giustizia, non si demandano a nessuno.

È compito di tutti e di ognuno scendere in piazza, incazzarsi per le cose che non vanno e per evitare i continui scippi, senza attendere il Masaniello di turno (che non arriverà mai). Ancor più se si è consapevoli ormai di una politica lenta, inconcludente e corruttibile.

A’ tia lupo raccummann’ i pecore… lo avete adottato voi questo proverbio eppure puntualmente ve ne fate gabbo. Perché?

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.