Trebisacce, è finita l'era Aurelio: il Consiglio ha approvato la mozione di sfiducia
Si chiude dopo 16 mesi l'esperienza del "sindaco americano" sullo scranno più alto della cittadella jonica. Una seduta di Consiglio anomala dove era assente il diretto interessato e la sua giunta
TREBISACCE - Lo si sapeva già da quest'estate che l'esperienza di Alex Aurelio come sindaco della città sarebbe durata meno del previsto. Poi la mozione di sfiducia, presentata il 20 ottobre scorso da ben 8 consiglieri comunali (due terzi del totale), ratificata stamani in Consiglio comunale. Finisce, così, forse anche un po' mestamente, l'esperienza amministrativa del sindaco nato negli States e che sicuramente, almeno nelle sue corde, immaginava un futuro diverso in primis per la sua cordata politica e poi anche per Trebisacce.
Una fine mesta, dicevamo, sancita in sua assenza al termine di un'Assemblea civica, convocata dal presidente Salvatore Carlomagno, che - nonostantr avesse ricevuto dal primo cittadino il niet a convocare la seduta nella giornata di oggi (Aurelio è assente per motivi personali non prorogabili, aveva fatto sapere con una nota) - è andato dritto come un treno, forte dei numeri della nuova maggioranza costituitasi in Consiglio comunale.
Insomma, Aurelio è stato formalmente sfiduciato in sua assenza e in assenza di tutta la restante squadra di giunta che, evidentemente, ha deciso di non partecipare alla seduta dell'ammutinamento di stamani. Insomma, un buon contesto politico per imbastire una nuova polemica; una delle tante che accompagneranno la città alle prossime elezioni comunali di Primavera.
C'è una certezza, oggi a Trebisacce è nata una nuova formazione politica che rivendica numeri e autorevolezza per dire la sua in fase di competizione elettorale; ed è quella guidata appunto dai consiglieri comunali che a fine estate sono saliti sull'Aventino, guidati da un arguto Claudio Roseto, a cui si deve l'idea di aver ordito la strategia cruenta a danno di Alex Aurelio. Roseto e insieme a lui, la Nigro, Carlomagno e la Andriolo, non hanno perdonato all'ormai ex sindaco la sua condotta politica-amministrativa, giudicata - probabilmente - fin troppo autoritaria per i "gusti" di una coalizione che era nata proprio per cambiare la narrazione di governo in una città che aveva sempre vissuto con l'uomo solo al comando.
Ed è proprio Roseto a chiarire, dal suo osservatorio per nulla transigente nei confronti di Aurelio, il perché si è voluto ugualmente convocare il Consiglio comunale per oggi, nonostante l'assenza "motivata" del primo cittadino: «Da quanto ho appreso - ha detto Claudio Roseto - il Sindaco aveva inoltrato una nota per comunicare la sua indisponibilità sino al 14 novembre ma, al contempo, aveva intenzione di partecipare alle celebrazioni per la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate del 4 novembre. Ho saputo, inoltre, che il Sindaco aveva confermato telefonicamente questa sua intenzione di presenziare alla “parata” del 4 novembre al Presidente del Consiglio Comunale. A mio modesto avviso, è emersa chiaramente la volontà di procrastinare la seduta consiliare sulla votazione della mozione di sfiducia, per interessi che non provo neanche a comprendere, al solo fine di tentare di proseguire un’esperienza politico-amministrativa sostanzialmente conclusa da tempo. Un comportamento che ritengo inaccettabile, in quanto irresponsabile ed irrispettoso di questa onorevole assise e di tutti i cittadini. Io questa mattina avevo un impegno professionale presso l’ASP di Cosenza ma sono stato costretto a rimandarlo per onorare il mandato ricevuto. Il Presidente del consiglio è diventato padre da 3 giorni ed è qui presente per svolgere con responsabilità il suo ruolo, così come credo che ognuno di noi abbia degli impegni personali, professionali e familiari».
Insomma, ci sarà di che di scutere e confrontarsi e, pure, scontrarsi... Intanto da domani per Trebisacce inizia una nuova (vecchia) fase, quella dell'ennesimo commissariamento.