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Meriti e demeriti di Stasi, Minnicelli: « È mancato il coinvolgimento dei cittadini»

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CORIGLIANO-ROSSANO – Continuiamo a parlare di politica locale, di amministrative e di bilanci da tracciare in vista delle elezioni comunali della prossima primavera. A farlo insieme a noi questa settimana l’avvocato Maurizio Minnicelli, che ci ha offerto la sua visione sul presente e sul futuro della città.

Il primo giudizio è rivolto al lavoro di questi ultimi cinque anni, un importante banco di prova per l’attuale amministrazione che si è trovata ad affrontare una sfida epocale: governare il nuovo comune unico di Corigliano-Rossano. «Nel complesso – dichiara Minnicelli - giudico positivamente questa prima esperienza amministrativa ma credo abbia avuto anche dei limiti, soprattutto nel mancato coinvolgimento della gente. Un appunto anche sul modo in cui ha affrontato i problemi importanti: alcune questioni non possono essere trattate con messaggini serali o con attività collaterali di cui nessuno ha contezza. Il porto, il tribunale, la sanità, i trasporti andavano affrontati con una maggiore organicità e soprattutto con il coinvolgimento di esperti, gente capace. E credo che per la fusione un maggiore impegno andava profuso, mettendo in campo, soprattutto, le competenze e il sapere di chi in passato ha partecipato alla vita politica e pubblica del territorio. Su questo il sindaco è stato un po’ troppo accentratore».

A chi fa notare le difficoltà incontrate all’alba della fusione, con una macchina burocratica da risanare e riorganizzare risponde: «Questa è un’osservazione corretta. Amministrare un comune così grande, con così tanti problemi ereditati e con una realtà composita così articolata è arduo, ma questo avrebbe dovuto spingere ancor di più l’amministrazione al coinvolgimento di più parti. Ritengo che una giunta fatta di persone per bene e valide come l’attuale andava valorizzata maggiormente».

Tra i temi più caldi che hanno infiammato il dibattito delle ultime settimane c’è sicuramente il porto: «Il porto – afferma Minnicelli - non può continuare a sopravvivere con la sola, seppur lodevole, attività peschereccia, è sottodimensionato. La Calabria è proiettata verso le rotte del Mediterraneo perché è posizionata al centro. La Grecia e l’Egitto sono prossime e il nostro versante è più agevolato rispetto al tirreno (Napoli, Civitavecchia). Questo discorso non è stato tentato ma non è stata elaborata nemmeno una proposta da parte nostra».

Una possibilità mancata, quindi, dettata anche da un atteggiamento poco propositivo e non lungimirante. «I semi su questi grandi temi – dice - andavano piantati prima».

E sulle possibili candidature: «Per ora è noto solo il nome di Stasi e lo schieramento progressista non può prescindere da lui poiché il suo profilo rispecchia quegli ideali. Da uomo di sinistra credo che sia indispensabile avere un rapporto serio con Flavio, e anche su questo siamo indietro. Le elezioni sono prossime. Il centro-destra dal canto suo, invece, non è capace di risolvere i nostri problemi e non ha nemmeno persone adatte ad intraprendere la strada della sindacatura. Vedremo quali saranno i movimenti e gli schieramenti, non vorrei entrare nel merito ma conosciamo i nomi che popolano quella coalizione e aleggia il dubbio anche lì».

Il centro-destra vanta una filiera istituzionale allineata e ciò potrebbe rappresentare un punto di forza su cui far leva: «La filiera è un argomento che possono utilizzare. Ritengo che l’esperienza regionale che stiamo vivendo non sia edificante né in quella che fu la prima fase Santelli né nella seconda fase Occhiuto. Non si vedono cambiamenti. Rispetto alla sanità, che è forse uno dei temi che più interessano in cittadini, ci sarebbe molto da dire. La provincia di Cosenza, ad esempio, non può reggere con una sola Asp perché presenta un’estensione territoriale considerevole. È una situazione insostenibile, i partiti di sinistra e l’amministrazione avrebbero dovuto inaugurare un dibattito su questa cosa. Vorrei ricordare, inoltre, che ai vertici dell’Asp ci sono due rossanesi rispettabili e capaci. Ma perché ci ritroviamo con ospedali mal ridotti e senza primari? È tollerabile? E il costruendo ospedale, non dovrebbe anche esso (oltre all’Annunziata di Cosenza) ambire ad essere un’eccellenza?».

Quesiti legittimi che rientrano in quella visione e gestione di ampio respiro che ci si aspetta abbia la politica. Visione che avrebbe dovuto interessare anche l’ormai ex Tribunale di Rossano. Minnicelli è stato il Presidente del Comitato per la salvezza del tribunale e conosce bene le battaglie portate avanti negli ultimi anni. Di recente il Senatore Rapani si è impegnato affinché il Ministro Nordio riveda la geografia giudiziaria, aprendo così uno spiraglio sulla possibile riapertura del presidio di giustizia di Corigliano-Rossano. «Sono stato coinvolto – continua Minnicelli -, e ringrazio il Senatore Rapani, in un gruppo di lavoro ristretto, a cui ho partecipato e partecipo con interesse perché ritengo che in queste battaglie non ci debbano essere colori. Bisogna trovare all’interno della comunità di Corigliano-Rossano un punto di coesione e di incontro perché le voci dissonanti fanno il gioco di chi vorrebbe che questo territorio resti al guinzaglio. Ho dato pubblicamente atto a a Rapani di essersi impegnato notevolmente e con successo. Le battaglie e gli obiettivi si devono perseguire, non per forza si devono vincere, l’importante è parteciparvi e farlo con intelligenza».  

E conclude: «Credo che questa prospettiva sia concreta e che il meccanismo messo in moto possa portare dei frutti. Certo, dipenderà dal parlamento e dal governo, non solo da lui. Le notizie che giungo sono, comunque, confortanti».

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.