Tirocinanti, Orrico (M5s): «La Politica risolva la precarietà che ha contribuito a creare»
La deputata pentastellata: «In questi mesi abbiamo presentato degli emendamenti che sono stati bocciati. Ecco perché è arrivato il momento delle risposte da parte del governo»
ROMA - «L'emergenza dei tirocinanti calabresi continua e chiunque abbia responsabilità istituzionali, a tutti i livelli, di maggioranza soprattutto, deve prodigarsi per giungere a dei risultati concreti visto che esistono margini di manovra».
Lo afferma in una nota la deputata del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico.
«Abbiamo ad esempio – dice Orrico – i 347 vincitori di concorso del comparto Miur, relativi al bando di reclutamento per 1956 tirocinanti, che, dopo mesi di ritardi e di silenzi, senza alcun sostentamento economico dunque impossibilitati dal far fronte alle primarie esigenze personali e familiari, dopo che anche io avevo presentato una interrogazione parlamentare indirizzata al ministro Valditara per chiedere chiarezza, proprio oggi, ricevono comunicazioni inerenti la presa di servizio presso le istituzioni scolastiche. Ma è anche notizia di queste ore la protesta di fronte la Prefettura della città di Cosenza volta a dar voce ai 276 tirocinanti ministeriali calabresi considerati "non idonei" che chiedono, attraverso il Decreto Sud, una opportunità di inserimento in un percorso serio di immissione nel mondo del lavoro».
«Purtroppo – continua l'esponente pentastellata -, in questi mesi, come opposizione e come M5S abbiamo presentato degli emendamenti in questo senso che sono stati bocciati, come lo sono stati quelli dei parlamentari calabresi di maggioranza. Ecco perché è arrivato il momento delle risposte da parte del governo».
«Insomma – conclude Anna Laura Orrico - c'è tutto un magma di incertezza e precarietà che riguarda centinaia di tirocinanti, che certa politica ha contribuito a creare e che ora la politica deve risolvere, in un momento in cui, fra l'altro, le cinture di protezione sociale del Paese sono state spezzate dal governo Meloni».