Il puzzle del centro destra è composto, manca solo un pezzo (che c'è ma non si trova)
A Corigliano-Rossano la grande casa dei conservatori nostrani darà prova di vera unità nella convention di domani al Roscianum, dopo anni di divisioni, in vista delle Amministrative. Resta, però, l'interrogativo del candidato sindaco
CORIGLIANO-ROSSANO – Il centro destra a Corigliano-Rossano ha la necessità di farsi vedere unito e compatto in vista delle elezioni amministrative di primavera. A prescindere da chi sarà il candidato sindaco. Che al momento (almeno ufficialmente) non c’è. È questo, in vero, il motivo di fondo che sta spingendo e animando l’organizzazione della convention in programma per il prossimo sabato 14 ottobre, alle 17.30, all’Hotel Roscianum di contrada Momena. Un grande momento di coesione e condivisione utile a tirare le fila a tre anni di governo calabrese a guida Occhiuto e a uno dall’inizio dell’esperienza di governo del Premier Meloni.
Uniti e compatti come non mai per un progetto comune, in una iniziativa messa in piedi – nemmeno a dirlo – dal senatore Ernesto Rapani che più di tutti vuole oggi essere artefice di un cambiamento radicale e profondo non solo nella guida della città quanto in quella prospettiva politica che ha sempre retto le sorti della destra coriglianese e rossanese.
Senza ombra di dubbio c’è questa esigenza e interesse a mostrare omogeneità per dare un segnale di discontinuità con il passato, più recente e meno recente. Perché anche nella terza città della Calabria le lacerazioni nella grande casa sovranista, liberale, moderata negli ultimi anni hanno preso il sopravvento. Da quando, si iniziavano a consumare le prime profonde fatture nel processo di fusione.
È stata probabilmente quella la prima occasione dove si sono visti i punti di rottura, forse mai del tutto insanabili e mai del tutto visibili, che a ruota hanno portato a cristallizzare vecchie posizioni, antiche primogeniture e mai sopite rivendicazioni in quell’area coriacea che a Rossano ebbe inizio con l’era Caputo e a Corigliano con quella di Geraci.
Per anni il centro destra, Alleanza nazionale, Forza Italia e Udc/Cdu prima e oggi Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, moderati di ogni estrazione, sono stati con il fucile spianato l’uno contro l’altro senza mai sparare un colpo. Persino quando, per un periodo, il partito è stato “unico”, con il Pdl, si è continuata a sviluppare quella guerra fredda di correnti che ha solidificato posizioni ma che di fatto non ha costruito nulla. Al netto dei risultati che ognuno, singolarmente, è riuscito a costruirsi in questi anni nelle diverse posizioni istituzionali, quale classe dirigente ha creato il centro destra in città? Pur avendo tempo, qualità, posizioni e competenze per farlo.
Oggi, però, mostrarsi uniti, sinceramente uniti, è la chiave di lettura che nella visione dei conservatori nostrani rimane l’unica e sola vincente, anche in assenza di un nome che poi dovrà essere candidato e messo in contrasto a Stasi nella competizione elettorale. Un nome a cui il popolo coriglianorossanese dovrà dare fiducia e quella delega a governare.
Certo, andare alla ricerca spasmodica del possibile o papabile nome spendibile è un esercizio poco entusiasmante. Del resto la legge impone che il candidato sindaco e la pattuglia di aspiranti consiglieri comunali si sveli 30 giorni prima della chiamata alle urne. Quello che interessa capire, però, è se – a parte Stasi che è in campagna elettorale permanente dal 2016 – c’è un sentiment attorno ad una figura tra la gente. Al momento non c’è e, da quanto se ne sa, tutti i nomi fino ad oggi messi in piazza sono stati utilizzati come arma di dissuasione.
Insomma, il grande e complesso puzzle del centro destra che va dalla Lega e finisce nientemeno che ad Azione, passando inevitabilmente da Fratelli d'Italia e Forza Italia, è composto: manca solo un pezzo... il candidato sindaco!