Il governo Meloni «ha peggiorato le condizioni di vita delle persone. Serve uno sciopero generale»
Il segretario generale della Cgil Cosenza:«Bisogna continuare nella battaglia per un’Italia più giusta che guardi con più attenzione verso i deboli, verso chi ha bisogno, verso chi sta male, verso gli “invisibili”»
COSENZA - «La manifestazione nazionale di sabato scorso, tenutasi a Roma e promossa dalla Cgil e da un centinaio di associazioni, ha dimostrato, qualora ce ne fosse stato bisogno, che la gente, quando è coinvolta su temi reali e che interessano il vivere quotidiano di ciascuno, partecipa e lo fa anche attivamente. La manifestazione di sabato a Roma ha dimostrato, altresì, che le condizioni di vita della maggior parte della gente, che erano già drammaticamente gravi - soprattutto dei ceti meno abbienti - sono peggiorate grazie alle scelte fatte dal governo Meloni. A questo punto bisogna farsi carico delle difficoltà di chi sta male, e sono tanti, e dare continuità alla manifestazione di sabato scorso proclamando uno sciopero generale con una piattaforma rivendicativa che guardi, più che altro, ai reali “bisogni” e alle concrete “esigenze” della gente».
Lo afferma Massimiliano Ianni, segretario generale della Cgil Cosenza, che continua: «I temi sono tanti: la difesa della Costituzione, la difesa dello Stato Sociale dopo la cancellazione del Reddito di Cittadinanza, la difesa della Sanità Pubblica, la difesa e la tutela del Lavoro, il contrasto all'Autonomia differenziata che non farebbe altro che aumentare il grosso divario già esistente tra il Nord e il Sud del Paese, la difesa della Scuola Pubblica, e per noi calabresi il rilancio del Porto di Gioia Tauro e dell’intera Vertenza Calabria. È arrivato il momento di gridare con forza che abbiamo bisogno di un’altra idea di società: quella che guarda alle famiglie in difficoltà, a chi non può curarsi perché non ha soldi, ai pensionati, agli ex percettori di reddito di cittadinanza, a chi un lavoro non lo ha mai avuto, agli studenti, agli extracomunitari, a chi è povero pur lavorando. È finito il tempo delle false promesse, dei populismi, dell’arroganza, delle bugie».
«C'è bisogno di una società più giusta. Quella di Roma è stata una piazza che vuole e deve continuare a far sentire la propria voce. Da tanti anni non si vedeva tanta gente manifestare, laici e cattolici, tanti giovani, tante donne. Bisogna dare fiducia a questa gente. Bisogna continuare nella battaglia per un’Italia più giusta che guardi con più attenzione verso i deboli, verso chi ha bisogno, verso chi sta male, verso gli “invisibili”. Una battaglia che ha bisogno di tutti, nessuno escluso. C’è la necessità di una nuova Italia. Bisogna crederci. Tutti assieme ce la possiamo fare» conclude.