In Calabria migliaia di lavoratrici e lavoratori sfruttati e sottopagati. «Salario Minimo per dar loro dignità»
Tavernise (M5S) e Lo Schiavo (Misto) presentano una mozione per portare avanti l'iter di legge sul Salario Minimo
REGGIO CALABRIA - «Sono migliaia le lavoratrici e i lavoratori sfruttati e sottopagati nella nostra regione, una piaga sociale che coinvolge soprattutto i giovani e le donne. Con la proposta nazionale sul Salario Minimo, proposta unitaria di una larga parte delle opposizioni progressiste, si intende dare dignità a queste persone, garantendo stipendi congrui, proporzionati alla quantità e qualità del lavoro per assicurare loro una esistenza libera».
Lo si legge in una nota congiunta del consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale, Davide Tavernise, e del consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, gruppo Misto.
«Necessaria una presa di posizione ferma e determinata da parte di tutte le forze politiche, anche alle nostre latitudini, per affrontare questa problematica ed è in questa direzione che si inserisce la mozione che abbiamo presentato con la quale si impegna il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, a sostenere in conferenza Stato-regioni e in tutte le sedi opportune, di concerto con le organizzazioni sindacali e le parti sociali, tutti gli atti e le misure che contribuiscano all'avanzamento dell'iter della proposta di legge n° 1275, per un salario minimo orario per i lavoratori, sia pubblici che privati».
«La mozione si pone quale orizzonte d'intervento quello di valorizzare maggiormente la centralità della contrattazione collettiva nazionale e di stabilire un salario minimo legale in linea con gli standard europei. Si deve tenere in considerazione il fatto che ben 22 Paesi membri su 27 lo hanno approvato e in queste realtà si è assistito ad un considerevole aumento degli stipendi di chi veniva pagato di meno».
«Anche in Calabria sono troppi i lavoratori in condizioni di povertà lavorativa: a loro si deve assicurare una retribuzione dignitosa e congrua al fine di realizzare un mercato del lavoro inclusivo, in cui si possano ridurre le disparità compreso l'odioso divario salariale tra i generi».