Verso le amministrative, il PD ha bisogno di Stasi e Stasi ha bisogno del miglior PD di sempre
Nella “scuderia” dem di Corigliano-Rossano continuano a campeggiare tante anime contrapposte. Difficile metterle insieme. Ma se le prossime amministrative si giocheranno al fotofinish il sindaco dovrà inventarsi qualcosa per metterle insieme
CORIGLIANO-ROSSANO - Un altro dei grandi non pervenuti nella lunga corsa elettorale verso le amministrative di Corigliano-Rossano della primavera 2024, fino ad oggi, è il Partito Democratico. Lacerazioni interne a parte, che ormai rappresentano un vero e proprio mood del più grande partito (almeno per notorietà) del centro sinistra, c’è un’anima dem che vive in città. E non è nemmeno una piccola fazione. Presi tutti insieme i democrat della terza città della Calabria e se ben motivati rappresentano una fetta di consenso elettorale importante. Certo, finora – causa proprio le mille parcellizzazioni – questa forza si è sempre dispersa, non ha mai dimostrato il suo vero potenziale. Che però c’è, va ben incanalato e motivato.
A chi spetta farlo? Il volto di questo grande carrozzone è quello de segretario cittadino Franco Madeo che non ha assolutamente un compito facile nel dover tenere sotto redine le diverse correnti scalpitanti all’interno del suo partito. Una bizzarria che va domata metodicamente, ogni giorno, onde evitare che i cavalli scappino dal recinto. E questo rischio è quotidiano, costante. Certo, è una scuderia composta da tanti Nestore, tanti cavalli che hanno detto la loro in politica, però hanno sempre quella dote di esperienza che può essere determinante. Non a caso le riunioni nella grande casa del Pd si susseguono settimanalmente. Cosa producano questi incontri in pochi lo sanno, ma sono “affari” interni per gli addetti ai lavori.
C’è, però, dentro ai democrat coriglianorossanesi, una consapevolezza di fondo che pare stia prendendo piede ogni giorno di più: il fatto che possano giocare un ruolo fondamentale, forse anche determinante, alle prossime Comunali. E questo a prescindere dalla dote dei grandi numeri elettorali che possano portare alla causa. Le elezioni amministrative, infatti, potrebbero giocarsi – anche se è solo una percezione – al fotofinish, per una manciata di voti. Quelli determinanti.
E allora, se è vero come si dice - a meno che Stasi non voglia fare harakiri - che il Partito democratico possa andare a sostenere la causa del sindaco uscente nella campagna per un secondo mandato, è altrettanto vero che il primo cittadino oggi deve mettersi “una mano sul cuore”. Un convinto sostegno dem non è affatto scontato e se, malauguratamente (per Stasi), una parte di esso potrebbe rimanere a bocce ferme durante le elezioni o, peggio, schierarsi silentemente con l’avversario (non sarebbe una novità!), quella manciata di voti, che si prospetta possa essere determinante per la vittoria finale, assume un valore ancora più importante.
Spetta a Stasi, allora, tessere buone trame di alleanza con il Partito democratico al fine di portarlo convinto e unito sulle proprie posizioni. In politica, ovviamente, non si ragiona solo di parole e passione. Ci sono compromessi che vanno stretti e, forse, anche ingoiati. Ma per il primo cittadino è essenziale, questa volta, farli. Ancor più se si pensa che all’interno del Pd esiste ed è forte una frangia stasiana che dovrà essere abbastanza convincente e forse anche un po’ più morbida e accondiscendente sulle posizioni di chi, invece, con Stasi ha alzato da sempre la cortina di ferro, con un’opposizione concettuale ancor prima che sostanziale. Bisognerà proprio convincere queste persone e far leva sulla loro determinazione affinché spostino l’ago della bussola a sostegno di una grande coalizione pro Stasi. Non sarà facile. Anzi, qualcuno dice che sarà impossibile che ciò accada proprio perché politicamente – e questo è un dato di fatto – il sindaco, in questa prima consiliatura, non ha costruito nulla. A parte qualche strategia, come il “Trojan” utilizzato per inserire una parte dei suoi nella costituente del PD a Corigliano-Rossano e farla diventare determinante, o come la guerra aperta dichiarata proprio al Partito Democratico in occasione delle elezioni provinciali, con l’intento di alzare la posta e sedersi al tavolo della trattiva con un peso specifico maggiore, di altro si è visto davvero poco.
Un po’ come il centro desta che al termine dei cinque anni, pur tra mille buone premesse, si presenterà all’elettorato con qualche nome consumato. Nulla di nuovo.
Dunque, il Pd ha bisogno di Stasi per costruire (finalmente) qualcosa di politicamente concreto in città ma anche Stasi ha bisogno di un Pd unito, motivato e in piena forma se vorrà riconfermarsi. La sfida è di quelle difficilissime. Sarà un po’ come rimettere in pista una vecchia Ferrari impolverata alla quale vanno rifatti motore e trasmissione chiedendole di vincere la Formula 1