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Uffici fotocopia, spese folli e personale comunale mortificato: l'ennesimo affondo di Fratelli d'Italia contro Stasi

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CORIGLIANO-ROSSANO – «Quella determina deve essere revocata». Si apre e si chiude subito il processo del coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia nei confronti dell’Amministrazione Stasi, con una sentenza senza appello. La volontà dell’esecutivo, peraltro avallata da un solo dirigente (Giovanni Soda), di istituire un ufficio di supporto al responsabile del procedimento per la fase di affidamento e di esecuzione di appalti pubblici espletati dal Comune di Corigliano-Rossano, materializzatasi con la Determina 97/2023 è illegittima. «Non lo diciamo solo noi – sottolineano i meloniani jonici – che siamo forza di opposizione coerente, edotta e responsabile ma lo dicono anche la conferenza dei dirigenti comunali e lo ribadisce il segretario comunale».

Il banco d’accusa tricolore è come sempre ben fornito. Al tavolo della conferenza stampa convocata nella sede del coordinamento civico di via Sibari, a Rossano scalo, siedono i dirigenti del partito locale: dal coordinatore di Corigliano-Rossano Gioacchino Campolo, il responsabile del circolo Giuseppe Villella, e il componente di direttivo Guglielmo Caputo. I toni sono distesi e concilianti, le parole – invece – rasoiate nette, come quelle di un fendente preciso che va a riaprire chirurgicamente la piaga di una polemica che tutti pensavano potesse essersi consumata nei giorni scorsi.

E invece non è finita. È Villella che nell’aprire il suo intervento sventola dei fogli. Su alcuni c’è la determina incriminata, su degli altri, invece, un documento sottoscritto dalla conferenza dei dirigenti che, esprimendo un parere sulla risoluzione dell’Amministrazione comunale «avallata con una determina del settore politiche europee e sviluppo strategico diretto dall’onnisciente dirigente esterno Soda», si sono espressi dichiarando che "Il provvedimento risulta illegittimo e non è mai stato concordato in sede di conferenza dei dirigenti". Punto, stop. Basta questo per archiviare una pratica e una polemica incredibile. Anche perché con questo atto, il Comune altro non farebbe che dotarsi di un nuovo ufficio («fotocopia – è sempre Villella che parla - rispetto a quello già formalmente costituito di Gare e Contratti») spendendo 138mila euro tra l’altro con un affidamento diretto appena sottosoglia di gara (fissata a 139mila euro).

«A pensar male – chiosa invece Campolo – si fa peccato ma si indovina sempre. Del resto, anche questo atto sembra essere cucito addosso a qualcuno mortificando ancora una volta il personale comunale». In realtà, la volontà politica dell’esecutivo di procedere alla costituzione di un nuovo ufficio esterno in supporto alle procedure di gara e di appalto annichilirebbe le tante competenze che pure ci sono, sussistono e ad oggi «sono neutralizzate» all’interno dell’apparato comunale. «La necessità della determinazione – sottolinea Campolo – viene giustificato dalle carenze qualitative all’interno della macchina comunale». Possibile?

Ancor più se si pensa che all’interno dell’apparato municipale fino a qualche tempo fa esisteva un settore, quello dell’Ufficio Europa, che lavorava solo ed esclusivamente per superare questo tipo di difficoltà e che era un valido supporto per il Comune nell’individuazione di risorse extrabilancio. Nei venti anni precedenti alla fusione proprio questo ufficio, all’epoca diretto da Benedetta De Vita, fu la panacea per tutte le stagioni amministrative che si sono susseguite a palazzo Santi Anargiri attraverso l’individuazione di innumerevoli canali di finanziamento.

Ma ad affondare sull’accusa e a decretare la condanna su un atto presumibilmente illegittimo dell’Amministrazione Stasi è stato l’ex vicesindaco di Rossano, Guglielmo Caputo. Senza sconti e senza peli sulla lingua. Ne ha per tutti. Per il dirigente Giovanni Soda («che da consulente esterno assunto con l’ex art.110 Tuel oggi si trova a fare il massimo dirigente del comune andando ogni oltre legittima competenza»), ne ha per gli amministratori e introduce nella discussione anche il tema della trasparenza. «Siamo passati dall’assistere al manicheismo di Stasi – ha detto Caputo – che da oppositore politico incalzava di continuo i suoi avversari sulla mancanza di trasparenza, stigmatizzando persino sulla pubblicazione non tempestiva degli atti pubblici, ad assistere oggi, sotto la sua sindacatura, alla pubblicazione di determine, anche di una certa entità, a distanza di sei mesi». Il riferimento è al servizio safety & security dal valore di 150mila euro, introdotto nella scorsa estate e la cui determina di affidamento sarebbe stata pubblicata solo a dicembre.  

Ma non solo. «A distanza di due mesi dalla pubblicazione del bando per gli eventi estivi – si chiede Caputo – perché la graduatoria è ancora chiusa in qualche cassetto? Come mai non viene pubblicata? C'è imbarazzo per i vincitori? Vinceranno questo bando associazioni vicine all'amministrazione comunale?».

Al netto dei contenuti stingenti e specifici della conferenza stampa, che animeranno – forse – la polemica politica dei prossimi giorni, quella di oggi è stata l’ennesima portata di un bellissimo antipasto di campagna elettorale. Ora, però, i cittadini aspettano la sostanza, il pranzo, le portate importanti. Ma non dovremmo essere molto lontani dal sapere se Fratelli d’Italia e il centro destra fanno sul serio e se, quindi, oltre all’happy hour rinforzato assisteremo ad un banchetto coi fiocchi!

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.